Aborto, una sentenza storica

N

on piace sulle tematiche etiche che riguardano il valore e il rispetto della vita, dal suo concepimento fino al suo termine naturale, compiacersi di un certo “trionfalismo”! E' indubbio altresì che la recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha condannato un'ostetrica “per omicidio colposo anziché aborto colposo” per non aver  adeguatamente monitorato il battito cardiaco di un feto mentre la madre era in travaglio nonostante le fosse stata somministrata l'ossitocina per aumentare le contrazioni e pur continuando a rassicurare il ginecologo che tutto procedeva regolarmente, ha certamente stabilito delle normative giurisprudenziali riguardo “la tutela della vita che non può soffrire lacune” delle quali d'ora in avanti non se ne potrà non tener conto.

In altri termini, al contrario di chi considerava la vita intrauterina non assimilabile ad essere in qualche modo tutelata perché non considerata tale, questa sentenza ha stabilito che: il feto è considerato persona con tutti i diritti che ne conseguono. E' del tutto evidente che alla luce di questa nuova sentenza, certamente epocale, il Parlamento sarà chiamato a legiferare in tal senso rimanendo in caso contrario un vuoto normativo che lascerebbe grande confusione interpretativa. Tutto ciò perché secondo questo nuovo modo – per la giurisprudenza ma non per la scienza medica “similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo (Ippocrate)” – di vedere l'embrione prima e feto poi come persona porterà conseguentemente a rivedere la 194 e quindi l'aborto come soppressione di persona e quindi conseguentemente comporterà una necessaria nuova normativa giuridica-giurisprudenziale. 

Ovviamente, probabilmente, cambierà anche la posizione di chi fino ad oggi ha effettuato aborti perché, se la suprema Corte ha considerato “omicidio colposo” l'operato dell'ostetrica in questione per la morte di un feto giuridicamente considerato persona, allo stesso modo dovrà essere considerata l'IVG, entrando in conflitto due diritti legali: quello della donna di voler abortire e contemporaneamente quello del feto-persona di voler vivere.

Certamente questa sentenza avrà una ripercussione di non poco conto anche in Europa che fin dall'inizio della sua costituzione ha rinnegato le sue radici cristiane, ma che naturalmente rientrano ora e rientreranno in seguito nella sua storia naturale, essendo i principali Paesi che la compongono fortemente inseriti in un contesto socio culturale secolarmente Cristiano. Del resto non a caso  nella sentenza in questione, Tertulliano buon profeta,nel secondo secolo d.c. affermava: “E' già uomo colui che lo sarà“.