23 anni fa la chiusura definitiva di Chernobyl: cosa abbiamo imparato da quella tragedia

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La chiusura definitiva dell’ultimo reattore della centrale nucleare di Chernobyl è avvenuta il 15 dicembre del 2000. La sua apertura è avvenuta sotto la gestione dell’Unione Sovietica mentre, l’ultimo esercizio, si è verificato sotto il controllo ucraino. Il significato storico racchiuso in questo avvenimento, peraltro avvenuto nello stesso anno del Giubileo è che, da un evento fortemente negativo com’è stato il disastro di Chernobyl, si può voltare pagina e fare in modo che diventi positivo, facendo sì che, il nucleare, sia potuto diventare un’energia di pace.

Il reattore di Chernobyl aveva come obiettivo la produzione di plutonio per scopi militari e, di conseguenza, la sua conduzione, era sempre molto delicata. Il disastro e l’evento catastrofico accaduto in quella centrale nucleare, ha mosso la leadership politica di tutto il mondo, in particolare degli Stati Uniti che, almeno dal punto di vista sanitario, si sono adoperati con l’Urss per ridurre la grande emissione di radiazioni provenienti dalla centrale. La prontezza dell’azione internazionale dopo quell’evento drammatico ha evitato conseguenze peggiori e ha posto le basi per il successivo disarmo nucleare culminato l’8 dicembre del 1987, quando Reagan e Gorbaciov hanno firmato il trattato INF, ovvero l’accordo sulla riduzione dei missili nucleari a medio raggio. In altre parole, la via del disarmo, si è aperta con l’esperienza di solidarietà internazionale avvenuta dopo il disastro avvenuto nella centrale di Chernobyl.

Quell’episodio della storia ci ha insegnato a parlare di cultura della pace in termini di energia nucleare sicura e non più nell’uso che era stato pensato per Chernobyl. Dopo quell’esperienza drammatica, dal punto scientifico e normativo, sono state adottate e previste tutte le misure di sicurezza necessarie in materia. Ciò ci ha fatto capire l’insegnamento lasciato da quel dramma a tutti noi, ma soprattutto ai potenti della Terra.