Cardinale Becciu: “Non conosco Torzi. Non ero più in Segreteria di Stato”

L'Obolo di San Pietro è un'offerta che i fedeli fanno alla Chiesa cattolica, in particolare al Papa, perché abbia i mezzi per provvedere alle necessità materiali della Chiesa

Kardinal Giovanni Angelo Becciu, ernannter Präfekt der Kongregation für die Selig- und Heiligsprechungsprozesse, am 28. Juni 2018 im Vatikan.

“Non conosco Torzi, non ero più sostituto quando sono successi i fatti che gli attribuiscono”, afferma il cardinale Angelo Becciu, già sostituto alla Segreteria di Stato del Vaticano dopo l’arresto del broker Gianluigi Torzi nell’ambito dell’inchiesta vaticana sulla compravendita dell’immobile londinese a Sloane Avenue. Sulla questione, evidenzia Adnkronos, il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin parlò di ”affare opaco”; di contro monsignor Becciu, che è stato sostituto della segreteria di Stato, ha sempre sostenuto che lo ha fatto ”soffrire l’accusa che la Segreteria di Stato abbia utilizzato i soldi per i poveri per speculazioni. Lo smentisco: noi abbiamo acceso un mutuo rispettando i fondi. Si è acceso un mutuo perché con le banche ci sembrava una occasione per fare fruttare al meglio i capitali ma l’obolo di San Pietro è rimasto lì e ha aumentato gli interessi”. Quanto all’investimento nel palazzo di Londra oggetto di inchiesta, il cardinale Becciu, che disse di avere parlato della cosa col Papa, spiegò che “si è investito in un palazzo. Da tempo la Santa Sede investe in palazzi. Era una occasione buona che oggi in tanti ci invidiano con la Brexit perché oggi il valore di quella casa è quasi triplicato. Il Papa deciderà se è da mantenere o da vendere ma non ci sono perdite“. 

Sloane Avenue

L’Obolo di San Pietro è un’offerta che i fedeli fanno alla Chiesa cattolica, in particolare al Papa, perché abbia i mezzi per provvedere alle necessità materiali della Chiesa. Sono questi soldi, donati dai credenti di tutto il mondo al Papa per finanziare opere di bene, che sono finiti nell’affare del palazzo di Sloane Avenue, a Londra, che ha aperto una “voragine” nei conti d’Oltretevere. L’Obolo ha origini molto antiche: assunse forma stabile nel VII secolo, quando venne portata a termine la conversione al cristianesimo degli Angli e dei Sassoni, iniziata e voluta da Gregorio Magno, papa dal 590 al 604. L’Obolo, ricostruisce Adnkronos, nacque come segnale di vicinanza alla Chiesa di Roma di quelle genti lontane, di cui sappiamo grazie a Beda il Venerabile, monaco e storico anglosassone, vissuto a cavallo tra il VII e l’VIII secolo. L’Obolo si è poi evoluto nei secoli ed è stato formalizzato dai vescovi riuniti nel Concilio Vaticano II, nel 1965. Nella Costituzione apostolica Gaudium et Spes, promulgata da Papa Paolo VI, si stabilisce che “le cose terrene e quelle che, nella condizione umana, superano questo mondo, sono strettamente unite, e la Chiesa stessa si serve di strumenti temporali nella misura che la propria missione richiede”. Nella pratica lObolo viene raccolto ogni anno dalle diocesi e dalle parrocchie il 29 giugno, Festa di San Pietro e Paolo, o nella domenica più vicina a quella data. Lo si può versare anche in qualsiasi momento dell’anno su un conto corrente postale, oppure con bonifico bancario alla Fineco Bank, già del gruppo Unicredit (oggi è una public company, con il colosso BlackRock come primo azionista, all’8,8%).