San Sebastiano: ecco per cosa è invocata la sua intercessione

San Sebastiano, martire, Milano, 263 ca.- Roma, 304 ca. È uno dei martiri romani più famosi. I suoi genitori sono originari di Narbonne.

Avvenimenti

• È capitano delle guardie imperiali ed è destinato ad una brillante carriera, perché molto stimato da Diocleziano.

• Riesce a salvare dal martirio molti cristiani e a diffondere la vera fede tra i soldati romani.

• Converte al cristianesimo il governatore di Roma Cromazio e il figlio di questi Tiburzio: entrambi affrontano con coraggio il martirio.

Morte

Viene scoperto essere cristiano per aver dato sepoltura ai Santi Quattro Coronati. Diocleziano lo rimprovera di averlo deluso e ingannato e gli concede un’ultima possibilità di salvarsi: fare sacrifici agli dei pagani. Al suo deciso rifiuto, Sebastiano viene legato a un palo e colpito dalle frecce degli arcieri traci. Secondo una leggenda, i dardi sarebbero stati di proposito infissi superficialmente nel suo corpo, in modo da farlo morire lentamente per dissanguamento. Una certa Irene, vedova, mentre slega dal palo il corpo di Sebastiano per seppellirlo, si accorge che è ancora vivo. Il Santo viene curato: una volta guarito, si reca da Diocleziano e lo rimprovera aspramente per le crudeli persecuzioni che sta ordinando contro i cristiani. L’imperatore, dopo averlo fatto condurre nel circo, lo fa bastonare a sangue e fa gettare il suo corpo nella Cloaca Massima. Una certa Lucina recupera il corpo e lo seppellisce sulla via Appia. Nel 367 papa Damaso fa edificare sulla sua tomba una basilica a lui intitolata, una delle sette chiese protocristiane di Roma. Qui vengono conservate le sue reliquie. È protettore contro l’infezione da peste: l’epidemia che colpisce Roma nel 680 cessa non appena le sue reliquie vengono portate in processione per le strade cittadine. È il terzo patrono di Roma dopo Pietro e Paolo e patrono degli arcieri (specie nel Medioevo). Per il suo esempio di forza e fermezza, nel 1957 Pio XII lo nomina patrono delle forze di polizia e anche dei vigili urbani.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi