Scuole sicure, progetto nelle classi contro il bullismo e le dipendenze

"Il bullismo fa male a chi lo subisce e a chi lo esercita". Ecco perché minimizzare aggrava il problema. Il piano di prevenzione della Polizia

bullismo

La prevenzione del bullismo inizia in famiglia e arriva nelle scuole. “Di fronte al bullismo non bisogna far finta di niente. Né minimizzare. Né girarsi dall’altra parte. Perché il bullismo fa male. A chi lo subisce e a chi lo esercita”, avverte la professoressa Anna Oliverio Ferraris. Docente di psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma. E autrice del libro “Piccoli bulli e cyberbulli crescono (Bur). Se la scuola è palestra di vita, proprio “tra i banchi di scuola gli alunni e le alunne dovrebbero imparare il valore della solidarietà. Della cooperazione. Dello stare insieme rispettando gli altri. Gestendo al meglio i confitti. E mettendo al bando prepotenze. Offese. Derisioni. Minacce. E aggressioni”.scuole

Scuole da tutelare

Si chiama “Scuole sicure” ed è il progetto anti-bullismo della Polizia che a Roma coinvolge 277 classi. Nonostante il perdurare del periodo pandemico, già dai primi giorni dell’anno scolastico 2021/22, il piano ha trovato attuazione. Anche con l’innovazione dell’utilizzo delle piattaforme di streaming e didattica a distanza. Ecco come è stato attivato il progetto per la messa in sicurezza dell’apprendimento. L’ Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Roma coordina il piano. E in questi anni ha focalizzato gli incontri con gli studenti. Potenzialmente più esposti alle problematiche di bullismo e cyber bullismo. Oltreché alle dipendenze in genere. Cioè stupefacenti. Alcool. Ludopatie. L’obiettivo è promuovere un uso consapevole della Rete. Anche in considerazione del fatto che i ragazzi in questo periodo di emergenza Covid si sono trovati sempre più esposti all’utilizzo dei dispositivi informatici. Dovendo in alcuni periodi seguire le lezioni da remoto.scuole

Figure di riferimento

L’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico di Roma ha organizzato incontri finalizzati alla formazione di tutti gli utenti interessanti. Ovvero studenti, genitori, docenti. E tutte le figure educative di riferimento che gravitano nell’ambito scolastico. E che possono contribuire alla prevenzione dei reati. Sia all’interno che all’esterno delle scuole. Sono state 277 le classi coinvolte nel progetto per un totale di 6.498 ragazzi. Nello specifico 195 bambini delle scuole dell’Infanzia. 737 alunni delle scuole primarie. 1495 delle scuole medie. E 4.058 studenti delle superiori. Sono stati formati 509 docenti. 60 genitori. E cento addetti ai lavori nell’ambito dell’istruzione. 1.790 utenti sono stati incontrati in modalità remoto. In almeno 30 occasioni gli incontri sono avvenuti nei cortili della scuole.

Maltrattamenti

Nell’ambito di tale attività sono emersi due casi di maltrattamenti in famiglia. Con conseguente sospensione della responsabilità genitoriale di entrambi i genitori. Ed il ricollocamento presso struttura idonea del minore. Sono stati individuati anche atti di bullismo e discriminazione per differenza di genere. Intenti suicidi di una minore affidata poi alle cure del reparto di Psichiatria dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Ed altre segnalazioni tutt’ora in fase di accertamento. L’ Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico di Roma (U.p.g.s.p) ha inoltre promosso alcuni incontri nel Centro per Anziani della Comunità Ebraica. Per informare i cittadini più avanti negli anni su truffe e raggiri. In tale ambito, anche grazie alla collaborazione dell’Università della Terza Età, sono stati già calendarizzati altri incontri.scuole

Chi è il bullo

Il bullismo consiste in atti di violenza fisica, psicologica o verbale. Di esclusione e marginalizzazione che volontariamente il bullo o la bulla mette in atto a discapito della vittima. Intenzionalmente e ripetutamente. Secondo gli esperti della Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli, un atto di bullismo è tale se persistente nel tempo. E quindi ripetuto più volte ai danni di chi viene bullizzato. “Occorre distinguere le scaramucce dalle azioni persecutorie e dalla violenza vera e propria“, precisa la professoressa Oliverio Ferraris. Di qui la necessità di intercettare segnali di bullismo. E di bloccare sul nascere comportamenti a rischio. Genitori e insegnanti hanno un ruolo di “sentinelle”. Con l’ascolto e l’osservazioni delle interazioni di bambini e adolescenti. Minimizzare il problema lo aggrava. Per questo l’impegno nel piano di prevenzione “Scuole sicure”