BOLOGNA, UN CORSO DI FUMETTO E VIGNETTA PER I RIFUGIATI

La cooperativa bolognese Lai-momo ha organizzato un corso di fumetto e vignetta satirica destinato ai migranti dei centri di accoglienza e agli italiani. Il laboratorio – inserito nell’ambito di “Bologna Cares!” la campagna di comunicazione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del Comune del capoluogo emiliano – si svolgerà nei pomeriggi dal 12 al 15 maggio nella sede di via Zamboni. L’ultimo giorno sarà dedicato alla rielaborazione dei materiali che poi saranno presentati, insieme alla campagna di Bologna Cares!, il 16 maggio alle 19 all’interno del festival Human Rights Nights nel cortile del cinema Lumière, in piazzetta Pasolini.

A tenere il laboratorio di fumetto sarà Adjim Danngar, giornalista e caricaturista africano. Danngar è un rifugiato politico originario del Ciad che vive in Francia dal 2004. La sua peculiarità è la vignetta satirica con cui prende in giro la politica in modo canzonatorio. “Anziché chiedere ai ragazzi di rivangare ancora una volta la storia, quasi sempre drammatica, che li ha portati in Italia e che hanno ripetuto più e più volte, abbiamo pensato di andare oltre – spiega Elisabetta Degli Esposti Merli di Lai-momo – Nel laboratorio tenuto da Danngar i partecipanti avranno la possibilità di rivedere la propria figura in modo, non dico satirico, ma sicuramente meno triste. La campagna di quest’anno, infatti, si chiama ‘Rifugiati di ieri e di oggi’ per dare valore al rifugiato come persona che può costruirsi un suo percorso di vita”.

Finora sono una decina i migranti e rifugiati che hanno aderito e 2 gli italiani (il numero massimo di partecipanti previsto è 15). “Abbiamo esteso il termine per le iscrizioni perché vorremmo una maggiore partecipazione da parte di italiani – prosegue Degli Esposti Merli – Uno degli obiettivi del laboratorio è infatti favorire l’incontro, il confronto e la condivisione tra gli abitanti della città e i migranti accolti: magari scambiano tra loro solo qualche parola, ma è comunque importante”. “Inoltre – conclude – partecipare al laboratorio permette a migranti e rifugiati di uscire dalle strutture di accoglienza, muoversi sul territorio e conoscere la città. Un risultato non scontato”.