Come la vita della fede viene definita nella Scrittura

Foto di Gadiel Lazcano su Unsplash

La vita della fede viene spesso definita nella Scrittura come un matrimonio: è infatti l’unione con Cristo per ricevere la Sua natura divina. Per questo anche Gesù nel Vangelo di Matteo di questa domenica prende ad esempio le dieci vergini che attendono lo sposo. Una parabola molto efficace, perché anche noi, come queste Vergini che attendono lo sposo, spesso dimentichiamo questo incontro, distratti da altre occupazioni; pensiamo che ci sia sempre tempo, che domani potrò convertirmi, quando metterò la testa a posto e forse quando sarò più vecchio…

Un comportamento non solo non di fede ma che è simile a quello di chi nella vita mai si decide a crescere, mai accetta di prendere decisioni serie: come quando nel campo sentimentale si rinvia la decisione di sposarsi, tanto c’è sempre tempo e poi “potrei anche trovare l’Amore vero…”, per ritrovarsi poi che il tempo è finito, la porta si è chiusa. Gli anni della decisione sono ormai trascorsi e non tornano.

Vivere con “sapienza” è il primo dono che tutti dobbiamo chiedere, come ci ricorda la prima lettura del libro della Sapienza. Il tempo non ci appartiene, quello che oggi possiamo fare domani è probabile che non sarà più realizzabile: «C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante…» leggiamo nel libro dell’Ecclesiaste.

La vita ha un ritmo, è come una sinfonia: quando sbagliamo i tempi la musica si trasforma in una serie di rumori, diviene una confusione; alla fine soffriamo senza capirne neppure il perché, dando spesso la colpa agli altri.

Oggi la Parola ci invita a vivere con Sapienza, come le vergini sagge ad attendere e guardare il Signore Gesù, cercando di entrare nei suoi disegni di armonia, nei suoi piani d’amore: questo “olio” nelle nostre lampade, trasforma la nostra vita in una magnifica sinfonia.