BRASILE, SCANDALO PETROBRAS: SI DIMETTE IL MINISTRO DEL TURISMO

Il Brasile perde il suo terzo ministro: si è dimesso Henrique Eduardo Alves, a capo del dicastero del Turismo, accusato di essere coinvolto nel giro di mazzette legate a Petrobras, il gigante petrolifero statale che sarebbe al centro di un giro di tangenti milionario. Un business che avrebbe caratterizzato lo scenario politico brasiliano degli ultimi anni e che sta letteralmente sconvolgendo la politica brasiliana.

Il ministro Alves, secondo quanto riportato dai media brasiliani, è stato accusato di aver ricevuto 1 milione e mezzo di real (al cambio, 385 mila euro) in mazzette da parte dell’ ex presidente di Transpetro, una filiale del colosso pubblico del petrolio. In questi giorni, inoltre, il cerchio si è stretto anche intorno al neopresidente ad interim, Michel Temer: Sergio Machado, ex numero uno di Transpetro ha accusato Temer di avergli chiesto 400 mila dollari per la campagna elettorale di un politico del suo partito a San Paolo.  Il neo presidente è al potere dal 12 maggio, dopo la provvisoria destituzione da parte del Senato di Dilma Rousseff, accusata di aver manipolato i conti pubblici.

Temer ha risposto duramente alle accuse mosse da Machado: “sono dichiarazioni irresponsabili, insignificanti e false. Nulla ci impedirà di continuare a lavorare per il popolo brasiliano”, ha commentato il presidente, negando quindi ogni coinvolgimento.

Nel frattempo, il Brasile attende l’esito del processo contro l’ex presidente Dilma Rousseff, sospesa dal potere e in attesa di un giudizio definitivo sulla sua destituzione da parte del Senato che voterà il 15 agosto, a 10 giorni dall’apertura dei giochi olimpici. Per privarla di tutte le funzioni politiche per otto anni serviranno 54 degli 81 senatori votanti.