Naufragio migranti: recuperata la 64esima vittima. Gli scafisti mischiati ai superstiti

Piantedosi: "Evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell'Ue"

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Foto © Croce Rossa

Un altro corpo è stato recuperato nelle acque di Steccato di Cutro dove domenica scorsa un barcone carico di migranti si è sfasciato provocando la morte di decine di persone. Il corpo è stato individuato e poi recuperato nella zona dell’incidente. Si tratta di un uomo. Con quello di stamani salgono a 64 le vittime accertate del disastro. Ieri erano state recuperate tre salme.

Gli scafisti mischiati ai superstiti

Gli scafisti del barcone naufragato domenica a Steccato di Cutro sono arrivati sulla spiaggia insieme agli altri superstiti. Uno, di nazionalità turca, è stato bloccato subito dai carabinieri che hanno assistito al tentativo di linciaggio da parte degli altri naufraghi sulla battigia. Altri due sono stati poi individuati e bloccati al Cara di Isola Capo Rizzuto dove sono stati trasferiti i superstiti dopo la prima assistenza fornita loro nell’immediato. I due, approfittando della nazionalità pakistana di molti altri profughi, avevano tentato di nascondersi tra i connazionali per sfuggire alle forze dell’ordine ma sono stati gli altri migranti ad indicarli come componenti dell’equipaggio. E’ quanto emerge dalle carte dell’inchiesta aperta dalla Procura di Crotone.

Gli investigatori stanno cercando adesso un quarto presunto scafista. Il suo passaporto turco rotto è stato trovato sulla battigia, ma dell’uomo non si hanno notizie e non è chiaro se sia riuscito a fuggire o se pure sia tra vittime o dispersi. Secondo le testimonianze dei naufraghi, i due turchi conducevano l’imbarcazione, mentre i due pakistani erano addetti alla gestione dei migranti.

Richiesta notizie alla questura di Crotone da tutta Europa

Da tutta l’Europa stanno giungendo alla Questura di Crotone richiesta di informazioni su vittime e superstiti del naufragio avvenuto all’alba di domenica a cento metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro. Si tratta di familiari, parenti, amici delle vittime che sanno o ipotizzano che sul barcone ci fosse un loro caro e chiedono notizie per conoscerne le sorti. Una signora afghana che vive in Germania, temendo che un cugino 15enne fosse sull’imbarcazione e non sapendo come fare a contattare le autorità, si è rivolta alla redazione di Berlino dell’ANSA inviando una foto del ragazzo ed una sua descrizione. Segnalazione che è stata girata alle autorità.

Piantedosi: “Evitare che i migranti si affidino ai trafficanti”

“E’ una tragedia che ci addolora profondamente e interpella le nostre coscienze ad agire per fermare traversate così pericolose e trovare risposte concrete alla questione migratoria. E’ evidente che questo si può fare solo con un’azione decisa dell’Ue e una forte sinergia con i Paesi di transito. Dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell’Ue”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – in merito al naufragio di Cutro in Calabria – in audizione alla Commissione Affari costituzionali sulle linee programmatiche del dicastero.