STRAGE DI MIGRANTI: LO SCAFISTA ERA UBRIACO E FUMAVA HASHISH

Potrebbe essere stata una collisione la causa del ribaltamento del barcone al largo della Libia che nella notte tra venerdì e sabato avrebbe provocato oltre 900 vittime. E’ quanto emerge dai racconti dei pochi sopravvissuti, secondo i quali lo scafista alla vista del mercantile del mercantile portoghese, avrebbe lasciato i comandi per cercare di confondersi tra i migranti e a quel punto il peschereccio si sarebbe scontrato contro il cargo.

Ma la testimonianza più scioccante arriva da uno dei minori sopravvissuti, ora ospite in un centro di accoglienza di Mascalucia a Catania. “Il comandante beveva vino, era ubriaco e fumava hashish mentre era al timone, poco prima che il barcone si scontrasse con la nave porta-container portoghese”.

Il minore, ha raccontato la triste vicenda in esclusiva all’Agi, aiutato da un traduttore in quanto lui parla solamente la sua lingua, il bangli. “Quando il nostro barcone si è scontrato con la nave, dopo le manovre del comandante che beveva vino, era ubriaco e fumava hashish mentre era al timone, ci siamo spaventati. Tutti siamo corsi verso la prua, e così si è prima inclinato e in cinque minuti il barcone si è inabissato”.

Inoltre il giovane ospite del centro di accoglienza ha raccontato che mentre la nave stava affondando si sentivano le urla di coloro che erano chiusi a chiave nella stiva del peschereccio, un suo compagno di viaggio ha perso la sorella di 19 anni, non sa più se sia viva o morta.