Angelus, Papa: “I santi non sono eroi irraggiungibili, ma in nostri fratelli maggiori”

"La santità è dono e cammino": le parole del papa prima della preghiera dell'Angelus nella solennità di Ognissanti

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Foto © VaticanMedia

Alle ore 12 di oggi, Solennità di Tutti i Santi, Papa Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana.

Le parole del Papa all’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi celebriamo la Solennità di Tutti i Santi. Alla luce di questa festa, soffermiamoci qualche minuto sulla santità, in particolare su due sue caratteristiche: essa è un dono e al tempo stesso un cammino. Anzitutto un dono. La santità è un dono di Dio che abbiamo ricevuto con il Battesimo: se lo lasciamo crescere, può cambiare completamente la nostra vita (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 15), illuminandola con la gioia del Vangelo. Perciò i santi non sono eroi irraggiungibili o lontani, ma persone come noi, nostri amici, il cui punto di partenza è lo stesso dono che abbiamo ricevuto noi. Anzi, se ci pensiamo, sicuramente ne abbiamo incontrato qualcuno, qualche santo o santa “della porta accanto”: persone generose che, con l’aiuto di Dio, hanno corrisposto al dono ricevuto e si sono lasciate trasformare di giorno in giorno dall’azione dello Spirito ì Santo.

Dunque la santità è un dono offerto a tutti per una vita felice. E del resto, quando riceviamo un dono, qual è la prima reazione? È proprio che siamo felici, perché vuol dire che qualcuno ci vuole bene; felici, “beati”, come oggi Gesù ripete tante volte nel Vangelo delle Beatitudini (cfr Mt 5,1-12). Ogni dono, però, va accolto, porta con sé la responsabilità di una risposta e l’invito a impegnarsi perché non vada sprecato. Lo ricorda il Concilio Vaticano II, quando afferma che tutti i battezzati hanno ricevuto la stessa chiamata a «mantenere e perfezionare con la loro vita la santità che hanno ricevuto» (Lumen gentium, 40). Per questo diciamo – ed è il secondo punto – che la santità è anche un cammino, un cammino da fare insieme, aiutandoci a vicenda, uniti a quegli ottimi compagni di cordata che sono i Santi.

Sono i nostri fratelli e sorelle maggiori, su cui possiamo contare sempre: loro ci sostengono e, quando nel cammino sbagliamo strada, con la loro presenza silenziosa non mancano di correggerci; sono amici sinceri, di cui ci possiamo fidare, perché desiderano il nostro bene, non ci puntano il dito contro e non ci tradiscono mai. Nella loro vita troviamo un esempio, nella loro preghiera riceviamo aiuto e nella comunione con loro ci stringiamo in un vincolo di amore fraterno, come dice la Liturgia (cfr Messale Romano, Prefazio dei Santi I). Con loro formiamo una grande famiglia in cammino, la Chiesa, fatta di uomini e donne di ogni lingua, condizione e provenienza (cfr Ap 7,9), uniti dalla stessa origine, l’amore di Dio, e rivolti alla stessa meta, la piena comunione con Lui, il paradiso: loro l’hanno già raggiunto, noi siamo sulla via.

La santità è dono e cammino. Allora possiamo chiederci: mi ricordo di aver ricevuto in dono lo Spirito Santo, che mi chiama alla santità e mi aiuta ad arrivarci? Lo ringrazio per questo? Sento vicini i santi, mi rivolgo a loro? Conosco la storia di alcuni di essi? Ci fa bene conoscere le vite dei santi e lasciarci muovere dai loro esempi. E ci fa tanto bene rivolgerci a loro nella preghiera. Maria, Regina di tutti i Santi, ci faccia sentire la gioia del dono ricevuto e accresca in noi il desiderio della meta eterna.