Chi era Santa Brigida, la “mistica del nord”

Chiamata la “mistica del nord” o “portavoce di Dio”, Santa Brigida, al secolo Brigida Birgersdotter, nasce a Finsta (Svezia) nel 1303 da una famiglia nobile. Il padre decide di darla in moglie a un certo Ulf Gudmarsson, governatore di un importante distretto del regno di Svezia. Brigida sente il desiderio di votarsi a Dio attraverso la vita consacrata, ma per non rattristare il genitore accetta di sposarsi. Nonostante la scelta sofferta, il matrimonio si rivela felice e il marito condivide con la Santa un intenso cammino di fede. Hanno 8 figli; una di loro, Caterina, seguirà la madre a Roma e sarà anche lei canonizzata. Brigida, insieme a Ulf, pratica con generosità opere di carità verso gli indigenti, adottando la Regola dei terziari francescani e fondando un piccolo ospedale. Formata e guidata da un dotto religioso, il maestro Matthias, studia la Bibbia e viene così apprezzata per la sua pedagogia da essere incaricata dal re di Svezia a introdurre la giovane regina alla cultura svedese. Dopo oltre vent’anni di matrimonio, il marito muore e inizia per Brigida la seconda parte della sua vita. Si sente investita da una nuova missione e decide subito di compiere un passo determinante: si spoglia dei suoi beni e si trasferisce presso il monastero cistercense di Alvastra.

In questo periodo vive delle profonde esperienze mistiche che saranno riportate negli otto libri delle Rivelazioni. Brigida ha delle visioni di Cristo che la elegge “sua sposa” e “messaggera del gran Signore”. Si sente chiamata direttamente dal Signore che le dice: “Figlia mia, Io ho scelto te per me, amami con tutto il tuo cuore… più di tutto ciò che esiste al mondo”. Nel 1349 si reca a Roma per ottenere il riconoscimento del suo Ordine intitolato al Santissimo Salvatore e che lei vuole abbia sia il ramo maschile sia quello femminile. Sceglie di stabilirsi nella Città eterna, in una casa a piazza Farnese che ancora oggi ospita la Curia generalizia delle Brigidine, ma soffre per il malcostume e il degrado della città. In quella fase, infatti, il Papa risiede ad Avignone e Santa Brigida, come Santa Caterina da Siena, chiede al Pontefice di tornare presso la Tomba di Pietro e si spende strenuamente per tale causa.

Le sta molto a cuore anche un’altra questione cruciale, quella della pace in Europa. Per questa ragione scrive ai principi perché mettano fine alla Guerra dei Cent’anni, tra Francia e Inghilterra. Non trascura le opere di carità e, nonostante il suo lignaggio, vive in povertà e spesso va a chiedere l’elemosina alle porte delle chiese. Al contempo continua a invitare a un’autentica conversione i notabili e lo stesso popolo romano. Ciò non sarà gradito da certi personaggi che la accuseranno osteggiandola e definendola “strega del Nord”. Come pellegrina si sposta in diverse parti d’Italia (come ad Assisi e nel Gargano), per poi approdare in Terra Santa sulla soglia dei 70 anni di età. Nella sua esperienza di fede sono centrali la devozione per la Vergine Maria e la Passione di Cristo. A testimoniarlo anche il “Rosario brigidino” e le pregherie, legati a particolari grazie a lei promesse da Gesù per chi li avesse recitati. Nelle Rivelazioni scrive queste parole che afferma di aver udito da Gesù: “O miei amici, Io amo così teneramente le mie pecore che, se fosse possibile, vorrei morire tante altre volte, per ciascuna di esse, di quella stessa morte che ho sofferto per la redenzione di tutte”.

A causa di una malattia contratta a Gerusalemme, muore il 23 luglio del 1373, a Roma. Affida l’Ordine alla figlia Caterina, anch’essa rimasta vedova. Santa Brigida torna alla casa del Padre senza coronare il sogno di vedere il successore di Pietro di nuovo a Roma. Ciò, infatti, avverrà qualche anno dopo con il ritorno temporaneo di Urbano V e definitivo di Gregorio XI. Nel 1999 Giovanni Paolo II la nomina Compatrona d’Europa sottolineando come “la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore”. Papa Francesco canonizza una sua “discepola”, Maria Elisabetta Hesselblad, che nel XX secolo aveva rinnovato l’Ordine del Santissimo Salvatore, a cui darà una forte impronta ecumenica, sempre orientata a quella ricerca di pace e unità alle quali Santa Brigida si era dedicata.