La vita e la spiritualità di sant’Onofrio l’anacoreta

Sant’Onofrio, Egitto ? – Egitto, 11/06/400 ca. Figlio di un principe egiziano, diventa monaco nel monastero di Ermlis, in Tiberiade. Desidera sull’esempio di Giovanni Battista e del profeta Elia, vivere una vita solitaria: diventa anacoreta del deserto di Egitto. Incontra un eremita che lo inizia alla vita solitaria. Quando viene scoperto dal monaco Pafnunzio, che desidera incontrare gli anacoreti del deserto, sono sessant’anni che vive in solitudine: ha il viso scavato, la pelle rinsecchita e color bronzo e i capelli che si confondono con la barba. Vive in una grotta e si nutre di datteri.

Onofrio dice a Pafnunzio che è sicuro che il Signore lo abbia inviato da lui per assisterlo nella morte. Un corvo porta del pane bianco (Eucaristia): il mattino dopo Onofrio è già nella pace del Signore. Pafnunzio lo seppellisce in una fessura della roccia e, subito dopo, una frana distrugge la caverna, segno che il volere divino dispone che in quella non ci sarebbe stato un altro eremita. Molto venerato a Costantinopoli, in Occidente il suo culto è portato dai crociati. A Roma è dedicata a Onofrio una chiesa sul Gianicolo, dove è morto Torquato Tasso.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi