La notte di Bergamo: le salme portate in altre regioni

Troppi morti in città: l'Esercito scorta i feretri nei forni crematori di altre province del Nord Italia

Una colonna di mezzi blindati, all’ombra dei palazzi che osservano in un silenzio rotto solo dai rombi del motore, che quasi fanno eco in un Bergamo surreale. Autoblindo dell’Esercito, come in tempi di guerra, sfilano sotto le case della città lombarda, costretta ad assistere  impotente a una consapevolezza sotto forma di un numero imprecisato di mezzi di trasporto: che il coronavirus ha davvero colpito al cuore il nostro senso di comunità. Quei mezzi, coperti, dalla livrea scura, confusa nel buio della notte, lasciano Bergamo per recarsi in altre città, in altre regioni. A bordo, assieme ad alcuni militari, le salme di chi non ce l’ha fatta a sconfiggere il male e che, ora, dovrà essere scortato verso altri territori per poter essere cremato.

Emergenza totale

Un’immagine destinata a diventare simbolo della pandemia, almeno sul fronte italiano: una colonna di mezzi militari, in sosta in Via Borgo Palazzo, non troppo distante dal cimitero, pronta per trasportare le bare dei deceduti verso i forni crematori di altre regioni, viste le condizioni di saturazione della camera mortuaria cittadina e dell’area di cremazione (una sola in città, attiva a ritmi incessanti). Uno scenario che, una volta di più, dà la misura dell’emergenza assoluta che si sta vivendo in nord Italia, specie nel Bergamasco, la provincia più colpita e teatro di impensabili fino a poco tempo fa, per l’Italia del 2020. I primi camion sono partiti alla volta di Modena, altri verso Bologna: cortei lenti e drammatici, nel giorno in cui l’Italia registra il maggior numero di decessi giornalieri (475).

La lettera

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha ringraziato in serie i comuni di Acqui Terme, Brescia, Cervignano del Friuli, Domodossola, Modena, Parma, Piacenza, Rimini, Serravalle Scrivia, Trecate e Varese, che hanno accettato di assistere la città in questo momento di assoluta drammaticità. E lo fa in una lettere il sindaco Gori, riportata dall’Eco di Bergamo, nella quale spiega che “il nostro Cimitero è in notevole sofferenzaLa maggioranza delle famiglie ha scelto la pratica di cremazione dei propri defunti; in conseguenza di tale scelta, questa Amministrazione Comunale e la società concessionaria dell’impianto di cremazione, S.C.B. s.r.l., si trovano nella impossibilità oggettiva di gestire in modo ordinario la drammatica situazione venutasi a creare, pur lavorando ininterrottamente”.