Roma, a Piazza del Popolo 100mila manifestanti

Con un’affluenza decisamente superiore a quella delle aspettative, il corteo dei lavoratori dei pubblici servizi organizzato dalle sigle Cgil, Cisl e Uil, e partito questa mattina da Piazza della Repubblica a Roma ha quasi raggiunto quota 100mila. A sfilare, tra palloncini colorati, fischietti, tamburelli, bandiere dei sindacati e riproduzioni di lapidi realizzate dalle maestre delle elementari, sono state 12 sigle diverse, che assieme ai rappresentanti dei principali partiti hanno rivendicato il diritto al contratto nazionale di lavoro pubblico e privato.
A tenere la guida del corteo sono stati Susanna Camusso, leader della Cgil, Maurizio Landini, segretario della Fiom, e Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil.

La numero uno della Cgil, sfoggiando una maglia raffigurante una boccia di profumo con su scritto “Arrogance, profumo di premier”, è subito partita con dure critiche nei confronti di Matteo Renzi: “Siamo d’accordo – ha affermato ai microfoni di SkyTg24 – il grande tema è quello della riunificazione del mondo del lavoro. Esattamente per questo però bisogna che ripensi agli atti che sta facendo: al blocco dei contratti pubblici, a un Jobs Act che divide tra lavoratori che hanno diritti e lavoratori che non ne avranno e quindi faccia delle iniziative che permetteranno di trovare un terreno comune sul lavoro. Non ci sono segnali nuovi su Legge di stabilità, sul Jobs Act e sulla legge delega per la riforma della Pubblica Amministrazione”.
Secondo Maurizio Landini, invece, il premier “ascolta solo Confindustria e tiene conto solo di una parte degli interessi del Paese”. E quanto alla possibile apertura del governo sulla riforma del lavoro, il leader della Fiom ha risposto ai giornalisti che “se mette la fiducia anche alla Camera, di cosa stiamo discutendo? Se i tavoli di confronto con i sindacati non li fa, di cosa parliamo? Non mi pare nemmeno che voglia tenere conto di cosa sta emergendo da una parte del Paese”.
Ed è Carmelo Barbagallo a confermare che “dopo questa manifestazione ci sarà uno sciopero generale del pubblico impiego e anche delle categorie che devono rinnovare i contratti”. “Chiediamo a Renzi – ha continuato di fronte ai giornalisti – se è disponibile a fare una cena per venti euro con disoccupati, pensionati, cassintegrati e coloro che non hanno rinnovato i contratti”.

La Piazza del Popolo che ha fatto da scenario agli interventi conclusivi ghermiva di gente da tutta Italia, e anche li le parole dei Leader sono state determinate verso gli obiettivi delle organizzazioni sindacali: “No ai dilettanti allo sbaraglio – ha tuonato Sussanna Camusso dal palco della manifestazione – perché il lavoro è una cosa seria e non bisogna trattare la Pa come se non fosse il perno dei servizi”.
A prendere parola, poi, è stato il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, che ha assicurato che “il sindacato andrà avanti con gli strumenti di lotta; non accetteremo un altro blocco dei contratti, perché questo è inaccettabile per uno dei Paesi più importanti”.
“Fino ad oggi – ha poi continuato Furlan – il governo è stato sordo, e speriamo che questa piazza gli sturi le orecchie, perché noi andiamo avanti con tutti gli strumenti della lotta del sindacato confederale”.
A salire sul grande palco sotto l gli esulti della folla è stato poi il segretario generale della Flc Cgil Mimmo Pantaleo, che ha affermato come l’obiettivo delle unioni sindacali sia quello di “unire generazioni, lavoro pubblico e privato, precari e lavoratori a tempo indeterminato. Le nostre piazze uniscono ciò che Renzi vuole dividere. Non ci fermeremo e andremo avanti unitariamente fino allo sciopero”.

La manifestazione è giunta alla soglia di conclusione, ma per i segretari generali delle tre sigle organizzatrici non è finita qui: si terrà infatti a breve un incontro per decidere le azioni future da intraprendere, e ad annunciarlo è stato il segretario generale aggiunto Carmelo Barbagallo: “Noi oggi qui, più tardi ci riuniremo come segreterie per pianificare azioni future. Cambieremo verso a questo Paese”.