Nuovo amministratore per Roma Metropolitane, bagarre in Campidoglio

Rissa sfiorata in Campidoglio durante la riunione della commissione Trasporti dove è stato nominato il nuovo amministratore unico di Roma Metropolitane. E il Pd accusa l’ amministrazione Raggi di “avere fatto dietrofront sulla pelle dei lavoratori”. Dopo un dibattito serrato sul futuro della società, per la quale in un primo tempo era stata paventata la dismissione, le due consigliere del Pd presenti, Michela Di Biase e Ilaria Piccolo, hanno abbandonato la riunione per protesta. Con la Piccolo che ha avuto un acceso scambio di battute con il consigliere pentastellato Roberto Di Palma: “Voi dovete dare l’indirizzo, invece siete ridicoli state a giocà!!! – ha urlato, scaldandosi, la consigliera dem- Buffoni! Il Pd è un partito sano”. “E’ un partito che ha la responsabilità piena del disastro di Roma metropolitane”, l’affondo di Di Palma.

Di Biase che ha lasciato in segno di protesta la commissione prima di Piccolo ha affermato: “La sindaca ha parlato di dismissione di Roma Metropolitane. I consiglieri hanno votato anche un odg. Ora con la nomina del nuovo amministratore si smentisce pure l’ordine del giorno. E’ follia, il M5s che smentisce se stesso e la sindaca. Noi entro fine dicembre dovremo sapere il futuro di Roma Metropolitane, perché la non ricapitalizzazione rientra nel bilancio. Votano gli atti e poi si contraddicono… hanno in spregio le istituzioni e agiscono sulla pelle dei lavoratori. In Aula, durante il consiglio straordinario su Roma Metropolitane c’era gente che piangeva….”.

La nomina del nuovo amministratore si è resa necessaria a seguito delle dimissioni dell’ex presidente e ad Paolo Omodeo Salè. La decisione è stata resa nota in un comunicato della stessa società. Al suo posto, come annuncia l’assessore Linda Meleo, arriva un amministratore unico. “Il compito del nuovo ad – spiega – sarà quello di elaborare possibili scenari e piani di intervento per il futuro della società”. Poco meno di un mese fa Roma Metropolitane era finita al centro di un’infuocata assemblea capitolina, tra le urla e i fischi dei dipendenti che chiedevano in coro “dignità” all’annuncio dell’approvazione di un ordine del giorno che di fatto ne sanciva la messa in liquidazione.