Sacrificio pasquale sulla Spianata delle moschee, la polizia israeliana teme ritorsioni

Le forze dell’ordine israeliane sono preoccupate per l’iniziativa di un’associazione di ebrei nazionalisti di compiere nei prossimi giorni, a ridosso delle Mura della Città Vecchia, un sacrificio pasquale secondo i dettami della Bibbia. L’evento viene presentato al pubblico come un “addestramento” per i sacerdoti in vista di una futura ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, nella Spianata di Gerusalemme dove si trovano la Moschea al-Aqsa e il Duomo della Roccia.

La polizia teme che l’evento, lo sgozzamento di un agnello, possa infiammare gli animi dei fedeli islamici e ancora, secondo Haaretz, non ha rilasciato i permessi necessari. Gli organizzatori non escludono di rivolgersi alla Corte Suprema. Haaretz rileva che questo “addestramento” si svolge annualmente, prima della Pasqua ebraica, da almeno 15 anni. In passato era stato organizzato a Gerusalemme ovest, in forma molto discreta. Nel 2016 è avvenuto sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme est, davanti a centinaia di persone. Adesso dovrebbe svolgersi in un parco archeologico alle pendici della Spianata.

Intanto nel Paese è esplosa la polemica per il docu-film del regista Yitzik Lerner sulle condizioni di detenzione di mille palestinesi, per lo più membri di Hamas e di al-Fatah responsabili di attacchi anti-israeliani, reclusi nel carcere di Megiddo, nel Nord di Israele. Secondo diversi congiunti di vittime dei loro attentati quel documentario – trasmesso in tre puntate da una tv via cavo – si prefigge “di mostrare il volto umano dei terroristi, ma ignora i volti di tutti quelli che sono stati uccisi”. Commenti molto critici sono giunti anche dal ministro della sicurezza interna Gilad Erdan e dalla ministra della cultura Miri Regev (entrambi del Likud) secondo i quali esiste il pericolo che, almeno in forma implicita, quel documentario possa infiacchire la lotta al terrorismo.