Casa della Carità e Centro Ambrosiano di Solidarietà: una mano tesa ai profughi ucraini

L'intervista di Interris.it al dottor Gabriele Destefani, coordinatore del progetto di accoglienza di Casa della Carità "Angelo Abriani" e Centro Ambrosiano di Solidarietà a Milano

Ucraina
Accoglienza profughi ucraini (© Casa della Carità di Milano)

Dopo oltre otto settimane di guerra in Ucraina, secondo i dati diffusi dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, vi sono quasi 5 milioni di rifugiati fuggiti dal paese a cui si sommano ben 6,7 milioni di civili che sono sfollati interni. Tra questi sono inclusi 4,5 milioni di bambini.

Gli arrivi in Italia

Secondo quanto detto dal Ministero dell’Interno sono 103.954 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 99.061 delle quali alla frontiera e 4.893 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli-Venezia Giulia. Sul totale, 53.792 sono donne, 13.247 uomini e 36.915 minori. Le città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna. Proprio a Milano hanno preso vita molteplici esperienze di accoglienza, tra cui quella portata avanti in sinergia dal Centro Ambrosiano di Solidarietà e dalla Casa della Carità “Angelo Abriani”

Sua Eccellenza il Cardinale Carlo Maria Martini (© www.chiesadimilano.it)

La Casa della Carità ed il Centro Ambrosiano di Solidarietà

La Casa della Carità ed il Centro Ambrosiano di Solidarietà sono stati fondati rispettivamente nel 2002 e nel 1986 su impulso di Sua Eccellenza il Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002 il quale, nel corso del suo episcopato, si è connotato per il dialogo interreligioso – tanto da essere soprannominato il Cardinale del dialogo – e per la grande vicinanza e prossimità alle persone in grave difficoltà, che egli definiva gli ultimi degli ultimi. È stato proprio con questo intento che, agli albori degli anni duemila, ha preso il via l’esperienza della Casa della Carità, alla cui presidenza – con l’obiettivo di promuovere i valori di accoglienza e promozione della cultura – il Cardinal Martini ha posto Don Virginio Colmegna. Il Centro Ambrosiano di Solidarietà invece è un’associazione Onlus ed oggi ospita e accompagna verso un nuovo inizio persone con diverse fragilità: mamme sole con i loro bambini, famiglie in difficoltà, bambini e ragazzi, donne vittime di violenza, persone con disagio psichico e dipendenze. La collaborazione tra Casa della Carità e Centro Ambrosiano di Solidarietà prosegue da tempo, nel nome di valori e modalità di intervento comuni a favore degli ultimi. Interris.it, in merito all’opera di accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra messa in campo dalle due organizzazioni, ha intervistato il dottor Gabriele Destefani, coordinatore di questo progetto.

L’esterno della Casa della Carità (© Casa della Carità di Milano)

L’intervista

In che modo il Centro Ambrosiano di Solidarietà e la Casa della Carità “Angelo Abriani” di Milano stanno affrontando l’emergenza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra?

“Il processo si è avviato nei primi giorni di marzo dopo che, l’evolversi della situazione in Ucraina, purtroppo ha preso il verso che tutti stiamo vedendo ora. Per questo, nel momento in cui sono cominciati a giungere i primi flussi di persone in Italia – in particolar modo sull’area milanese – la Prefettura di Milano ha contattato la Casa della Carità “Angelo Abriani” con la quale collaborava già in precedenza per l’accoglienza dei profughi afghani, chiedendo la disponibilità di posti di accoglienza. Quindi, a seguito di questa richiesta ed in risposta ad un bisogno di carattere umanitario, con una sensibilità in merito ben presente nei gruppi dirigenti di entrambe le organizzazioni, si è fatta una valutazione sul fatto di utilizzare una struttura affidata ad un consorzio di cui il Centro Ambrosiano di Solidarietà fa parte. In particolare, la struttura è di proprietà comunale e viene data in concessione al consorzio “Molino San Gregorio”. Lo stabile è funzionante, dovrà essere ristrutturato, ma comunque è ben attrezzato. A partire dallo scorso 16 marzo abbiamo iniziato ad accogliere i primi nuclei familiari di rifugiati ucraini ed attualmente siamo arrivati ad accogliere quaranta persone – il numero massimo che siamo in grado di ospitare -. Vi sono 21 adulti e 19 minorenni – con un’età dai 3 ai 17 anni – e sono tutti ragazzi, ragazze e donne ad eccezione di uomo di 65 anni. Tutti sono divisi in nuclei familiari e non vi sono minori stranieri non accompagnati. La struttura dove ospitiamo è divisa per appartamenti autonomi dotati di cucina, soggiorno, bagni e due camere da letto ampie. In questo primo mese e mezzo ci siamo mossi su due macroaree, la prima è l’avvio dei processi di regolarizzazione documentale, pertanto, stiamo prendendo gli appuntamenti con la Questura di Milano per l’ottenimento dei permessi di soggiorno, alcune famiglie hanno già avuto l’appuntamento e si sono già recate presso gli appositi uffici. Oltre a ciò, vi è l’area dell’avvio delle attività scolastiche per cui – tutti i ragazzi in età scolare stanno frequentando le lezioni – in un’area di Milano fortemente molto densa di scuole – in special modo superiori -; allo stato attuale abbiamo con noi 8 ragazzi in questa fascia d’età. In seguito, abbiamo l’area dell’alfabetizzazione – rivolta soprattutto agli adulti – per cui siamo riusciti a organizzare, grazie al prezioso contributo di alcuni volontari, una scuola di italiano che vede tre appuntamenti settimanali. Fortunatamente abbiamo ricevuto il sostegno di altri volontari per quanto concerne l’area della socialità, per la quale siamo riusciti ad organizzare dei momenti di convivialità utili sia per approntare la struttura che per condividere dei momenti di socialità e di festa al fine di avviare una reciproca conoscenza. Una delle scorse domeniche, ad esempio, abbiamo organizzato un pranzo che ha visto coinvolte gran parte dei nostri ospiti e persone provenienti dalla parrocchia di Gesù di Nazareth nel quartiere Adriano, accompagnate dal loro sacerdote Don Alessandro, in occasione della Pasqua ortodossa. Oltre a ciò, ovviamente, offriamo anche il vitto – previsto dall’apposito protocollo della Prefettura – attraverso carte prepagate spendibili in un supermercato ed il servizio di accompagnamento nelle strutture sanitarie della zona – in particolare medici di base e poliambulatori – perché fortunatamente abbiamo avuto un gruppo di medici di medicina generale che ci stanno assistendo per i bisogni sanitari di cui normalmente le persone necessitano; tutti i nostri ospiti hanno il codice Stp – ossia il codice per l’assistenza sanitaria il quale viene rilasciato agli stranieri temporaneamente residenti in Italia e di conseguenza gli stessi possono accedere a tutte le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale”.

Accoglienza profughi ucraini (© Casa della Carità di Milano)

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo chi lo desidera può aiutare la vostra azione?

“L’auspicio più alto è che la situazione in Ucraina si risolva nel minor tempo possibile in modo tale che liberamente – chi vuole – possa rientrare nel proprio paese nel miglior modo possibile. Detto questo, non pare che ciò sia una prospettiva concretizzabile a breve termine, perciò, nel caso in cui queste persone dovessero decidere di rimanere qui, il mio auspicio è che possano avere delle possibilità di inserimento lavorativo abbastanza veloce – ovviamente ciò sarà possibile quando avranno tutte il permesso di soggiorno -. Mentre per i ragazzi che ora frequentano le scuole, è importante che il percorso prosegua e si consolidi nel prossimo anno scolastico, il quale sarà il banco di prova di una reale integrazione e inserimento nella società del nostro paese. In questo momento non serve molto un aiuto di carattere materiale ma uno legato alla socializzazione delle persone. Chiunque possa offrire delle attività di carattere culturale e ludico che coinvolgano la comunità locale affinché le persone ospitate qui possano partecipare liberamente è fondamentale, per incrementare la socialità e gli scambi culturali. Infine, il protocollo della Prefettura, eroga dei servizi tesi a soddisfare i bisogni primari delle persone, ossia salute, vitto e alloggio, ma non considera gli altri aspetti della vita delle persone. Quindi, ribadisco: chi ha idee e può aiutarci in tale senso è il benvenuto. Infine, aggiungo che – chi lo volesse – può contribuire alla raccolta fondi per questa iniziativa organizzata dalla Casa della Carità “Angelo Abriani” affinché, con risorse extra, si possa integrare quella che è l’offerta dei servizi che mettiamo a disposizione per queste persone”.