Carenza risorse idriche: l’impatto negativo sulla sicurezza alimentare

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Nell’epoca connotata da grandi cambiamenti climatici che stiamo vivendo, l’uso responsabile delle risorse idriche è fondamentale per garantire un futuro florido a tutta l’umanità. In particolare, il comparto agricolo nella sua totalità è chiamato a una gestione oculata dell’acqua perché, l’eventuale carenza di questo “oro blu”, ha un impatto negativo sulla sicurezza alimentare e, in correlazione a ciò occorre ricordare che, negli ultimi vent’anni, abbiamo assistito a una diminuzione di oltre il 20% delle risorse idriche di acqua dolce al livello planetario. C’è bisogno di una risposta celere, soprattutto dai paesi tecnologicamente più progrediti.

Un primo passo verso un utilizzo più oculato delle risorse idriche è senza dubbio costituito dagli invasi per uso agricolo che, nonostante il forte cambiamento del regime pluviometrico, rappresentano uno strumento fondamentale per la raccolta dell’acqua piovana la quale, successivamente e soprattutto in periodi di scarse precipitazioni, può essere utilizzata per irrigare le coltivazioni e, di conseguenza, contribuire a garantire il crescente fabbisogno alimentare nazionale ed internazionale. In Italia, allo stato attuale, ci sono 347 laghi, 526 grandi dighe e un sistema di ventimila piccoli invasi, ma se negli anni Settanta veniva immagazzinato nei bacini circa il 15% dell’acqua piovana, oggi questa percentuale è scesa all’11,3% e, di conseguenza, una percentuale superiore all’89% delle precipitazioni piovose viene persa, generando un grave danno a tutto il comparto agricolo. Acli Terra, pertanto, è favorevole ad un potenziamento dell’attuale sistema degli invasi e, soprattutto alla costruzione di nuovi, con l’obiettivo di favorire una visione globale in materia per evitare lo spreco delle acque piovane.

Le istituzioni nella loro interezza, insieme alle associazioni di categoria, devono farsi carico di questa necessità. Bisogna ricordare che non è solamente l’agricoltura ad aver bisogno dell’acqua, ma anche gli usi civici. Tutte le aziende, quindi, devono essere messe in condizione di poter coltivare serenamente e contribuire a colmare il fabbisogno alimentare del Paese che può essere dato solamente da un’agricoltura di qualità, in grado di mettere sempre al centro la sostenibilità ambientale quale valore imprescindibile degli agricoltori che sono i primi custodi della salute della nostra “Casa comune”.