L’Isis arretra e crolla la propaganda: “Ripiegamento strategico per risparmiare risorse”

L’Isis arretra, anche sul web. Lo dimostra una ricerca pubblicata lunedì scorso dal Combat Terrorism Center di West Point, il centro statunitense che monitora l’attività del Daesh. A seguito dei successi militari della coalizione internazionale in Siria e in Iraq, la produzione di materiale di propaganda dello Stato Islamico è infatti in drastica riduzione. I numeri parlano chiaro: rispetto ai 700 “messaggi” rilasciati nell’agosto del 2015, nel periodo di attività massima delle “agenzie” affiliate al califfato, si nota che questo numero è sceso a soli 200 nell’arco dell’ultimo anno. Per lo studio, il centro Usa ha analizzato solo le foto e i video diffuse sui social dai “media ufficiali” dello Stato Islamico.

Dopo la morte di Abu Muhammad al-Adnani, che dell’Isis era considerato portavoce e uno dei leader per la pianificazione degli attentati all’estero – ucciso lo scorso agosto in un raid della coalizione ad Al-Bab, paese siriano del governatorato di Aleppo – c’è stato una modifica radicale sui contenuti della propaganda Isis. La diffusione di materiali che raccontano gli interventi militari dei combattenti sono aumentati del 70%, mentre dal 2014 al 2015 erano predominati i video che mostravano la vita nelle città controllate dagli uomini di Al-Baghdadi. “Chi si occupa della comunicazione del califfato è anche un combattente – ha spiegato al New York Times Daniel Milton, direttore della ricerca al Combat Terrorism Center – di conseguenza l’aumento del loro impegno militare ha coinciso con una diminuzione dell’attività sui media”.