La chiusura in sé stessi, lo squilibrio che mette in crisi la fede

In un articolo che studia la figura di Charles de Foucauld in Fratelli tutti, pubblicato su un recente numero della Civiltà Cattolica (IV 2020), Padre Diego Fares ricorda come Jorge Mario Bergoglio spiegando il pensiero di Romano Guardini parlava della corretta tensione tra interiorità e totalità (o universalità). Nel mancato equilibrio di questa tensione ― cioè la chiusura in sé stessi e l’individualismo, e il totalitarismo e la perdita di sé ― vi è il rischio del relativismo, e che esso metta in crisi la fede e la fedeltà del discepolo di Gesù.

A questo proposito Padre Fares dice che per Bergoglio “la totalità si possiede soltanto a partire dalla nostra interiorità più profonda; altrimenti diventa una struttura astratta e non serve come cornice per trascendere i conflitti, ma diventa perdita di sé in un tutto che non comprende né rappresenta quello che c’è di più autentico”. Questo principio nel libro Riprendiamo a sognare che sarà nelle librerie e nelle edicole dal primo dicembre è esemplificato con le situazioni di “Covid” vissute da Papa Francesco.

A proposito del “Covid” di Córdoba (l’esilio per il modo di comandare da Provinciale e da Rettore) Papa Francesco dice che è stata una purificazione, e gli ha insegnato l’importanza di vedere il grande nel piccolo, e di stare attento al piccolo nelle cose grandi. Penso che sia questo il “dogma spirituale” di Bergoglio e che in questo egli vedrebbe un antidoto al relativismo e una regola per la fede e la fedeltà cristiana. L’enciclica Fratelli tutti riassume i temi principali di questo pontificato che riprende e sviluppa i documenti del Concilio Vaticano II e le encicliche dei precedenti Pontefici, soprattutto la Caritas in veritatae di Benedetto XVI.

Tra i contenuti di queste encicliche vi è l’incoraggiamento all’unità della famiglia umana e alla pace tra i popoli, da ricercare con la promozione della dignità dell’essere umano di ogni cultura e religione. Dinanzi a questo compito può sorgere un fraintendimento, a proposito del relativismo. Il bel commento alla parabola del Buon samaritano, nel secondo capitolo dell’enciclica Fratelli tutti, è un riferimento biblico per chiarire il rischio del relativismo etico (e del fondamentalismo religioso).

Il terzo capitolo (“Pensare e generare un mondo aperto”) può essere considerato come riferimento filosofico per mettere in guardia dal rischio del relativismo etico e del fondamentalismo egoistico. Di fatto è anche di questo che si tratta quando si parla di relativismo etico, cioè del fondamentalismo egoistico. L’Economia di Francesco, lanciata da Assisi via web lo scorso 19-21 novembre, è un’iniziativa pratica secondo lo spirito del Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa per arginare il relativismo etico. L’enciclica Fratelli tutti scopre nell’individualismo la radice, e il virus, del relativismo.

Le tendenze che si oppongono allo sviluppo della fraternità universale, sono analizzate e denunciate con precisione nella prima parte dell’enciclica, e con molta chiarezza sono dichiarati i risultati di tali tendenze: “Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati” (22). Alcune persone che si identificano con la società secolarizzata condividono questa preoccupazione almeno quanto la condividono alcune persone che si identificano con gruppi religiosi.

don Pino Di Luccio
Docente di Sacra Scrittura alla Pontificia Università Gregoriana