Rdc: appello di pace dell’episcopato africano

I vescovi congolesi, ruandesi e burundesi uniti nel chiedere la fine della guerra nell’est della Repubblica democratica del Congo

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Foto: Vatican News

L’appello di pace dell’episcopato per la Repubblica Democratica del Congo (Rdc) è rilanciato dall’agenzia missionaria vaticana Fides. Monsignor José Moko è il vescovo di Idiofa. Presiede l’Associazione delle Conferenze Episcopali di Ruanda, Burundi, Rdc. “L’insicurezza nell’Africa centrale ha provocato 12 milioni di morti”, denuncia il presule. La crisi nella regione dura da 30 anni. E si è intensificata alla fine del 2021. Quando due territori del Nord Kivu Rutshuru e Masisi, sono in preda a un conflitto che vede contrapporsi la ribellione dell’M23 (sostenuta da unità dell’esercito ruandese) alle FARDC. Associate a gruppi armati, ausiliari del Burundi e a mercenari stranieri. Le Adf, formate in origine da ribelli musulmani ugandesi, si sono stabilite dalla metà degli anni ’90 nella parte orientale della Repubblica democratìca del Congo. Qui hanno ucciso migliaia di civili. Hanno giurato fedeltà nel 2019 al Daesh, che li identifica come la sua “provincia dell’Africa centrale”. Alla fine del 2021, dopo gli attacchi sul suolo ugandese, Kampala e Kinshasa hanno lanciato un’operazione militare congiunta contro questo gruppo filo-Isis

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Foto di aboodi vesakaran su Unsplash

Impegno dell’episcopato

Ai mass media che accusano il Ruanda di fomentare la guerra nell’est della Rdc, monsignor Moko replica che “i vescovi del Ruanda sono molto molto sensibili alla situazione che sta accadendo nella parte orientale della Rdc. E lasceranno il Congo sicuramente con le lacrime agli occhi. con i cuori toccati. E non mancheranno di fare la loro parte come pastori della Chiesa in Ruanda”. Aggiunge il leader dell’episcopato centrafricano: “Tutti aneliamo alla pace. Non esiste un solo vescovo cattolico del Ruanda, del Burundi o della Rdc che potrebbe rallegrarsi di ciò che sta accadendo in Congo”. Intanto il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, ha criticato i leader congolesi, ruandesi e burundesi. Accusandoli di incitare le popolazioni “alla divisione e al conflitto”. Perché alcuni di loro “hanno interesse che questo continui”. Per “perseguire i propri interessi egoistici”.