Perché il raffreddore può essere funzionale (a volte) per il nostro corpo

Il passaggio dall’estate all’autunno, come abbiamo visto negli articoli precedenti, crea un movimento energetico che ci consente di interiorizzare le esperienze significative e lasciare andare il superfluo. Solo in questo modo (eliminando e lasciando andare) potremo dare spazio a nuove esperienze e conoscenze, potremo proseguire il nostro percorso evolutivo.

Se Polmoni e Intestino Crasso sono in squilibrio, il rischio è di perdere la funzione di scambio e di rimanere bloccati, chiusi in se stessi, generando abbattimento, tristezza, malinconia. Questo atteggiamento di chiusura si potrà manifestare anche attraverso la nostra postura (spalle chiuse, curvi in avanti), un atteggiamento posturale che, purtroppo, riscontro in tantissime persone, accentuato dalla sensazione di ansia provocata dal periodo attuale.

Una particolare accortezza che il nostro corpo ci richiede per conservare l’equilibrio è quella di adattare la nostra alimentazione al clima, quindi alle stagioni. Durante l’estate, per far fronte al forte caldo, tendiamo ad introdurre cibi più rinfrescanti. In autunno dovremmo cercare di lasciar andare il freddo (il nostro corpo non lo richiede più) per dar posto a cibi più riscaldanti, ricreando l’equilibrio interno-esterno (fuori freddo dentro caldo). Se ciò non accade, se non saremo noi in grado di eliminare ciò che non è più utile, lo farà il nostro organismo: malattie come il raffreddore sono funzionali a questo scopo, far uscire il freddo presente al nostro interno, attraverso l’eliminazione del muco dal cui esame riusciamo anche a capire che cosa succede all’interno del nostro corpo.

Perciò è molto importante, quando si è raffreddati, far caso alla qualità del muco che si espelle. Cominciamo col dire che il muco fa parte dei diversi fluidi corporei e viene prodotto dall’organismo in particolari situazioni con lo scopo di proteggere l’organo indebolito.

Le ragioni possono essere molte. In questa stagione autunnale lo sbalzo di temperatura è a volte repentino ed incostante quindi lo sforzo che l’organismo fa per mantenere una temperatura adeguata è notevole e quando non riesce ad adeguarsi velocemente produce muco per proteggere i polmoni dal freddo che altrimenti si insinuerebbe all’interno in maniera pericolosa provocando malattia.

Osservare il colore del muco è importante perché se si presenta bianco e quasi trasparente ci consente di capire che all’interno del corpo prevale il freddo; quando invece ha provocato un’infiammazione, trasformandosi in calore, questa viene rivelata dal colore giallo verde.

Bisognerebbe imparare a leggere questi segnali e tanti altri che il corpo ci mostra per avere consapevolezza e capire come aiutarsi adeguatamente. Un altro aspetto del muco da considerare è la sua consistenza: se liquido, è segnale di freddo superficiale, viene espulso facilmente ed è di passaggio, se invece si addensa diventa catarro ed è la risposta ad una situazione più interna che può diventare cronica se non curata in tempo.

A questo punto è davvero importante l’alimentazione, al fine di ridurre o prevenire le infiammazioni. Ma come fare? È necessario, innanzitutto, non ingerire cibi che possano nuocere. È opportuno, per il periodo del raffreddore, anche eliminare cibi che favoriscono l’infiammazione, ovvero lo zucchero, i cibi raffinati come riso bianco, farina 00 e i cibi ad alto impatto glicemico, come le patate. A tal fine, è bene basare la nostra alimentazione prevalentemente su cibi vegetali, con cereali integrali, verdure, legumi e frutta, compresa quella oleosa.

Bere molta acqua naturale ed a temperatura ambiente, quindi no a bevande fredde e frizzanti, ma consiglio le tisane calde ma non bollenti, e tra queste è molto buona ed efficace quella alla radice fresca di zenzero.

Sarebbe saggio, per gestire lo squilibrio, fare attenzione ai cibi di origine animale, ad eccezione del pesce. Il pesce, che andrebbe preferito pescato e di taglia piccola come il pesce azzurro, ha azione antinfiammatoria grazie alla presenza di omega 3, da cui il nostro organismo sintetizza le sostanze utili. Sono molto ricchi di omega 3 anche i semi di lino. Il cereale più indicato per ridurre l’infiammazione è il riso integrale, meglio se in chicco, chiaramente da coltivazione biologica. Questo magnifico cereale contiene specifiche sostanze, non presenti nel riso raffinato, tra cui il polifenolo tricina che contrasta la sintesi di molecole infiammatorie. Utile accompagnare il riso integrale con il gomasio, che rinforza le nostre difese immunitarie. Molto importante per non produrre muco, sia intestinale che nei seni nasali è l’assoluta assenza di latticini nella dieta.

Per ridurre l’infiammazione possiamo aiutarci, con moderazione, anche con curcuma o curry, per la presenza di curcumina. Prodotti tradizionali di soia (miso, tempeh, salsa di soia) e kuzu, la radice della pueraria lobata, una pianta selvatica rampicante appartenente alla famiglia delle leguminose. Questi vegetali contengono flavonoidi come la genisteina, con effetto antiossidante e antinfiammatorio. E poi riposo; il corpo si ripara da solo se lo lasciamo fare aiutandolo, con rimedi naturali utilizzando opportunamente le nostre difese per l’autoguarigione.