Il fenomeno della “Chiesa profuga”: di cosa si tratta

Il nuovo rapporto World Watch List 2022 di Porte Aperte/Open Doors, associazione internazionale presente anche in Italia che si occupa di cristiani perseguitati da oltre 60 anni, riporta dati preoccupanti sull’ostilità subita a causa delle fede in 100 paesi del mondo. “Quest’anno si registra il più alto livello di persecuzione da quando la WWL è stata pubblicata per la prima volta, 29 anni fa – così afferma la onlus nell’analisi d’apertura della propria ricerca – negli ultimi anni l’aumento è stato costante”.

Salgono infatti, secondo il monitoraggio, gli stati nei quali si registrano atti di violenza o pressione nei confronti dei cristiani di qualsiasi denominazione: da 74 del report precedente a 76 paesi, perlopiù in Africa, Asia ed anche centro America. Di questi 76, i 10 paesi dove sono stati registrati i più alti livelli di violenza sono: Nigeria, Pakistan, India, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Camerun, Afganistan, Mali e Sud Sudan.

Mentre, i 10 paesi con i livelli più alti di pressione nei riguardi dei fedeli in Cristo sono: Afghanistan, Corea del Nord, Yemen, Somalia, Libia, Arabia Saudita, Maldive, Eritrea, Iran e Iraq. Non solo, però, sono aumentanti i paesi, ma anche il numero di cristiani perseguitati, come quelli uccisi, arrestati o rapiti. Difatti, nel range temporale preso in esame da Porte Aperte/Open Doors, da ottobre 2020 a settembre 2021, sono “oltre 360 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede 5: globalmente 1 cristiano ogni 7 è toccato da questo fenomeno, che divisi in macro-aree geografiche diventano: 1 cristiano ogni 5 in Africa; 2 cristiani ogni 5 in Asia e 1 ogni 15 in America Latina”.

Di cristiani uccisi, invece, ne vengono registrati 5.898, cioè una media di 16 ogni giorno, mentre i cristiani arrestati o incarcerati salgono a 6.175, dunque 14 ogni giorno. I rapiti, infine, sono stati 3.829, ossia 10 ogni giorno. Non manca nemmeno l’attacco ai luoghi di culto: sono infatti 5.110 le chiese attaccate o chiuse nel 2021. Altro dato rilevante è ciò che la World Watch List 2022 chiama “Chiesa profuga”: delle 84 milioni persone forzatamente sfollate, stima dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, “molti di loro sono cristiani in fuga dalle persecuzioni – si legge nel documento –  centinaia di migliaia sono colpiti dalla violenza islamista (ad esempio nella regione del Sahel) o fuggono dall’arruolamento forzato (Eritrea), dal conflitto civile (Sudan), dalla repressione statale (Iran) e/o dall’oppressione familiare dovuta alla loro fede. La gran parte rimane nella propria regione, sfollata nel paese o come rifugiata in nazioni vicine”.