Don Rigoldi: “Salvini sbaglia, non vengono prima i nostri”

Non ho mai avuto problemi a dire a Matteo Salvini quello che penso. Fin da quando aveva 16 anni e frequentava il liceo Manzoni. Più di una volta ci siamo scontrati, già allora era contro i Rom. Io ne avevo adottato uno, figuriamoci quindi. Abbiamo litigato allora e possiamo litigare anche adesso”. La pensa così don Gino Rigoldi, sacerdote impegnato nel sociale che ieri si è confrontato con il vicepremier nella sede della sua fondazione. Per i due si è trattato di un ritorno al passato, visto che avevano già avuto modo di vedersi e discutere negli anni 90, quando il leader della Lega era solo uno studente

Diciotti

“L'idea che ci siano prima i nostri e poi gli altri non esiste proprio, significa rinnegare la solidarietà – ha spiegato al Corriere della Sera – La dignità delle persone non può essere umiliata, come secondo me è accaduto per i migranti della nave Diciotti. Si è trattato di una linea di condotta sconveniente, nessuno dovrebbe comportarsi così, men che meno lo Stato o un ministro dell'Interno”.

Profughi e Ue

Don Rigoldi si è detto, però, d'accordo col vicepremier sulla necessità di un approccio europeo per far fronte ai flussi migratori. “Non si può pensare che l'Italia si prenda 3 milioni e mezzo di rifugiati, è un dato evidente – ha sottolineato – . Anche se non è possibile chiudere i porti e farli morire in mare, penso che l'Italia non riesca ad accoglierli tutti. Dovrebbe intervenire qualche altra nazione, la Cina ad esempio, o magari gli amici del ministro, a cominciare dal premier ungherese Orbán che non mi pare abbia fatto molto fino ad oggi”.