Migranti, l’Ue tenta di trovare l’intesa ma la strada è in salita

Per trovare l'accordo sul trilogo "Jumbo", così viene chiamato a Bruxelles il Patto sulla migrazione, sono molte le tessere su cui negoziare

Adriatico
Foto di Unsplash

L’Unione europea si incontra di nuovo per trovare un accordo sul Patto per la migrazione, ma la strada sembra essere in salita. Lunedì nnuovo appuntamento tra Parlamento europeo e Consiglio Ue.

Migranti, l’Ue tenta di trovare l’intesa ma la strada è in salita

Appuntamento cruciale lunedì per il negoziato inter istituzionale tra Parlamento europeo e Consiglio Ue per chiudere il nuovo Patto per la migrazione. Sono ben cinque le parti legislative dell’accordo da completare e tutti sono impegnati a concludere il negoziato. Chiudere già lunedì sembra però una sfida impegnativa: secondo quanto si apprende è ancora piuttosto elevato il numero di questioni politiche su cui ancora occorre trovare un accordo. Consiglio ed Eurocamera avranno poi molto lavoro da svolgere, indipendentemente dalle discussioni politiche, e i negoziati dovranno dunque continuare anche a gennaio, se non a febbraio, per finalizzare il testo in un lavoro che persone vicine al negoziato considerano gigantesco. Soprattutto la procedura di asilo e i regolamenti sulla gestione dell’asilo e della migrazione sono atti giuridici molto lunghi e complessi. Rispetto alla proposta della Commissione sia nel mandato del Parlamento europeo che in quello del Consiglio alcune parti di questi regolamenti sono state completamente riformulate e sarà complicato e richiederà molto tempo per conciliare le due posizioni. Trattandosi di migrazione, poi, anche i punti apparentemente tecnici possono diventare politici.

Il maxi negoziato

Il maxi negoziato inter istituzionale sul Patto sulla migrazione, che aggregando più testi legislativi nelle liturgie brussellesi prende il suggestivo nome di trilogo ‘jumbo’, aveva una prima data cerchiata di rosso nei calendari per il 7 dicembre. E già prima dell’appuntamento la Commissaria Ue responsabile del dossier Ylva Johansson si era detta “fiduciosa” di un accordo. Questa settimana è stata poi la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola a parlare di un’intesa dietro l’angolo: “Sul patto per la migrazione siamo più vicini che mai: c’è un trilogo jumbo lunedì, un accordo sarebbe una grande vittoria del campo pro-Europa, perché mostreremo ai cittadini che possiamo portare risultati”, ha detto giovedì.

L’idea di un accordo politico

L’idea è quella di un accordo politico, naturalmente, ma trattandosi appunto del negoziato per trovar la sintesi tra le due versioni dei testi legislativi usciti rispettivamente da Consiglio e da Parlamento ciò che è tecnico è anche politico. Le tessere “restanti” da negoziare, in un accordo di cui si discute da otto anni, sono Apr (Asylum Procedures regulation), Ammr (Asylum and Migration Management Regulation), Eurodac (la banca dati Ue custode delle informazioni biometriche), Screening (identificazioni veloci) e Stati di Crisi (deroghe applicate con un aumento improvviso dei flussi). In particolare Apr-Ammr sono il cuore del nuovo Patto e dovranno sostituire il trattato di Dublino, introdurre la solidarietà obbligatoria per gli Stati membri (con l’opzione di ricollocamenti fisici o contributi finanziari), istituire la procedura di frontiera accelerata Ue per capire chi ha diritto alla protezione internazionale e chi no. E qui si sta concentrando il braccio di ferro.

Fonte Ansa