La Preside toglie il crocifisso dalle classi: al via la raccolta firme per ripristinarlo

"Il crocifisso è un simbolo religioso, la scuola non è una chiesa": è polemica tra la preside che ha tolto il crocifisso dalle aule e un gruppo di genitori e insegnanti in una scuola media di Carpi

Foto di José Luis Rodríguez Martínez su Unsplash

Genitori e insegnanti di una scuola media di Carpi (Modena) contro la decisione della dirigente scolastica di togliere il crocifisso dalle aule: prosegue l’annoso scontro tra chi vorrebbe tenere e chi vorrebbe togliere il crocefisso dalle aule scolastiche. Lo riporta un articolo di Avvenire che riportiamo integralmente.

La Preside toglie il crocifisso dalle classi: al via la raccolta di firme per ripristinarlo

È di nuovo polemica per l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Un gruppo di insegnanti e genitori della scuola media “Odoardo Focherini” di Carpi, in provincia di Modena, si è ribellato alla decisione della dirigente scolastica di togliere il crocifisso dalle aule. L’occasione per effettuare questo intervento è stata data da alcuni lavori di ristrutturazione svolti nel plesso scolastico durante l’estate. Alla riconsegna dei locali, i crocifissi non sono più tornati al loro posto. “Il crocifisso è un simbolo religioso. Qui siamo in una scuola, non in una chiesa. Per questo ho ritenuto di fare togliere i crocifissi dalle aule, questa estate, in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione e pittura dei locali dell’istituto” avrebbe affermato la preside, che nega le sia mai stato chiesto un confronto: “Siamo una comunità scolastica. Se i docenti o i genitori dovessero manifestare la necessità di affrontare il tema, lo faremo in Collegio Docenti, ma ad oggi la questione non è ancora stata sollevata dai professori e dalle famiglie”.

Eppure, pare che i malumori non siano limitati ad alcuni genitori e docenti, i quali peraltro hanno fatto notare alla preside di non essere stati preventivamente consultati: la lettera indirizzata alla dirigente scolastica per chiedere spiegazioni avrebbe raccolto molte firme. Negli altri edifici dell’Istituto comprensivo Carpi Nord, che ospitano elementari e materna, i crocifissi sono rimasti al loro posto. Gli insegnanti che hanno criticato la decisione della preside reputano il provvedimento “grave, sia per il suo valore simbolico, sia perché non trova riscontro in nessuna attuale normativa scolastica”.

Sul fronte politico nazionale, al vicepremier leghista Matteo Salvini che in mattinata si è detto “incredulo” per la vicenda, come molti “professori e genitori”, si è aggiunta una nota del senatore di Fdi, Michele Barcaiuolo, secondo cui “la scelta della preside è contro ogni ragionevole logica”.

La giurisprudenza è abbastanza chiara. Sebbene l’esposizione del crocifisso nelle aule sia regolamentata dall’art. 118 del Regio decreto 30 aprile 1924, n. 965 e dal Regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297, questi devono ritenersi ancora in vigore, in quanto non abrogati. Più di recente, il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche con un parere del 1988 e uno del 2006. Nel 2011 la Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. La sentenza più recente è quella della Corte di Cassazione del 2021: essa ha stabilito che, sebbene non vi sia un obbligo di esposizione del crocifisso, questo non è però da ritenersi discriminatorio: insomma, non può essere imposto, ma la decisione spetta alla singola scuola, favorendo un accordo tra le parti eventualmente in contrasto, nel rispetto delle diverse sensibilità.

Monsignor Ermenegildo Manicardi, vicario generale della diocesi di Carpi, auspica a questo punto “un dialogo, che avvenga non attraverso i giornali ma in un contesto dove i ragazzi stessi possano esprimersi e discutere con profondità. Le iniziative non vanno prese unilateralmente, specie in una scuola dedicata alla figura di Odoardo Focherini, la cui storia è ben nota agli studenti della scuola” ha detto.

Nato a Carpi nel 1907, Focherini, figura di spicco del cattolicesimo italiano, è stato giornalista e poi anche amministratore delegato dell'”Avvenire d’Italia”. Anche per la sua opera a favore degli ebrei durante la Shoah venne arrestato e deportato nel campo di concentramento di Hersbruck, in Germania, dove morì nel dicembre 1944. Nel 2012 papa Benedetto XVI ha autorizzato il decreto che riconosce il martirio di Focherini e il 15 giugno 2013 è stato proclamato beato.

Fonte: Avvenire