Sicurezza stradale, Prefetto Sgalla: “Necessario fermare le stragi del sabato sera”

L'intervista di Interris.it al Prefetto Roberto Sgalla, già direttore della Polizia stradale, su come contrastare le morti sulle strade all'indomani dell'approvazione in Consiglio dei Ministri delle nuove norme del Codice della Strada

Foto di Karl Solano su Unsplash

“Le stragi del sabato sera sono cambiate nella modalità ma non nei risultati finali: rimangono la prima causa di morte nella fascia di età dai 18 ai 24 anni. C’è una recrudescenza del fenomeno non più relegato alle discoteche, come negli anni ’90. Oggi i ragazzi si ritrovano anche in molti altri luoghi: rave, locali, pub, nelle piazze. Il problema non è il luogo, ma lo ‘sballo’: l’uso di droghe, vecchie e nuove, e l’abuso di alcol prima di mettersi alla guida. Questo, aggiunto alla stanchezza e all’alta velocità, sta alla base dei tantissimi ragazzi, anche minorenni, che perdono la vita ogni sabato notte sulle strade italiane. Una vera ecatombe”.

Lo spiega a Interris.it il Prefetto Roberto Sgalla, già direttore della Polizia stradale, all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri delle novità relative al nuovo Codice della Strada, tra cui multe fino a 2.600 euro e patente sospesa per chi guida usando il cellulare, nonché la stretta sugli autovelox e sui recidivi.

165° Anniversario della Polizia: il prefetto Roberto Sgalla ad Ancona. Foto: Polizia di Stato

L’intervista al prefetto Robero Sgalla

Quali sono i numeri della vittime della strada?

“Secondo i dati ISTAT nel 2022, i morti sulle strade complessivamente sono stati 3.159 (in aumento del 9,9% rispetto al 2021). In pratica, Ogni milione di abitanti si contano 54 morti per incidente stradale in Italia, contro i 46 di media nella Ue27”.

Quanti sono, nello specifico, in morti sulle strade nel week-end?

“Nel secondo fine settimana di settembre l’Osservatorio ASAPS – il Portale della sicurezza stradale – ha registrato 33 decessi. Tra questi, 13 avevano meno di 35 anni: la vittima più giovane era un ragazzo di 16 anni. Da inizio anno, nei fine settimana, sono decedute oltre 700 persone. Una ecatombe”.

Non solo vittime automobilistiche. Quali sono gli utenti vulnerabili della strada?

“Gli utenti più vulnerabili sono: pedoni, utenti di biciclette anche elettriche, monopattini elettrici, ciclomotori e motocicli. Nel complesso, gli utenti più vulnerabili rappresentano quasi la metà dei morti sulle strade. A morire di più sono i pedoni. Gli indici di mortalità e lesività dei pedoni sono infatti 4,4 volte superiori a quello degli occupanti di autovetture”.

Le nuove norme contribuiranno a ridurre il numero degli incidenti?

“Tutto ciò che interviene per arginare l’emergenza sulle strade è ben accetto. Ogni anno nel nostro Paese si registrano migliaia di vittime, una vera strage. Ben vengano dunque regole più restrittive anche perché il comportamento di chi sta alla guida costituisce ben il 90% del problema”.

Quali sono i pericoli principali?

“La grande maggioranza degli incidenti gravi e di quelli mortali sono dovuti a una serie di comportamenti scorretti, principalmente eccesso di velocità, guida distratta e pericolosa, mancato rispetto della precedenza o della distanza di sicurezza. Spesso abbinati ad assunzione di alcol e/o sostanze stupefacenti”.

Come intervenire efficacemente contro questa piaga?

“Bene sta facendo il Governo a ripensare a nuove norme sia degli aspetti specifici, sia nel rivedere complessivamente un codice della strada formulato negli anni ’90 che è ormai obsoleto. Questo è il primo aspetto. Il secondo è l’inasprimento delle sanzioni, che possono essere un utile strumento. Infatti, si muore in prevalenza a causa di un atteggiamento sbagliato alla guida che va dunque sanzionato. Ma se non c’è possibilità che la sanzione venga applicata, inasprire le sanzioni non serve a nulla. E’ dunque necessario incrementare il numero di controlli sulle strade. Anche se in verità, multe e vincoli amministrativi non sono sufficienti”.

In che senso?

“Si può fare poco senza la prevenzione. Bene la ridefinizione delle norme, l’aumento delle sanzioni e l’incremento dei controlli. Ma tutto ciò non è sufficiente. Serve dunque un grosso sforzo anche da parte della scuola, della famiglia, della comunità in toto; sia a livello informativo che formativo. Infine, dovrebbe diventare ‘norma comportamentale’ il rispetto reciproco. Questo è il messaggio più importante da dare ai giovani e agli utenti della strada: il rispetto. Per il bene di tutti”.