Precipitano nel vano ascensore, un morto e un ferito

Dai primi accertamenti emerge la rottura cavo portante della cabina dell'ascensore all'esterno della quale stavano lavorando. Il superstite è in gravi condizioni all'ospedale Niguarda

Nel quarto incidente mortale dell’inizio dell’anno nel milanese, un operaio slovacco di 55 anni, ha perso la vita nella caduta per una ventina di metri  all’interno del vano ascensore dove con un suo collega di 26 anni, precipitato anche lui e ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano, stava installando una cabina, in un edificio a viale Monza dove sono in corso dei lavori di ristrutturazione. Pare che i due stessero lavorando sopra l’ascensore, che era collegato in apparente sicurezza, e che all’improvviso il cavo portante si sia spezzato. E’ quanto emerge dai primi accertamenti nelle indagini coordinate dal Dipartimento “Ambiente, salute, sicurezza, lavoro” della Procura di Milano e condotte da una squadra specializzata di polizia giudiziaria. Alcuni loro colleghi di lavoro avrebbero riferito che i due non erano legati alle corde di sicurezza perché in quella fase della procedura tale precauzione non sarebbe stata richiesta. La procura sta per aprire un fascicolo per omicidio colposo, intanto il pubblico ministero di turno Ilaria Perinu ha disposto l’autopsia del corpo del deceduto. “In poco più di un mese a Milano è già una strage“, afferma il segretario della Cgil del capoluogo lombardo Vincenzo Greco.

Cos’è successo

Si chiamava Jaroslav Marnka l’operaio slovacco di 55 anni morto questo pomeriggio mentre installava un ascensore in un palazzo in ristrutturazione vicino piazzale Loreto. Poco prima delle 14, lui e un collega connazionale, L.M., di 26 anni, attualmente ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Niguarda, sono precipitati da quasi 20 metri all’interno del vano ascensore durante le operazioni di montaggio della cabina. Dai primi elementi raccolti pare che entrambi fossero sopra l’ascensore, all’esterno, e che non avessero imbracature anche perché stavano lavorando in apparenti condizioni di sicurezza. Alcuni colleghi presenti al momento dell’incidente hanno raccontato alla polizia che gli operai non erano legati alle corde di sicurezza, spiegando che in quella fase non sarebbe stata prevista tale precauzione. In quella situazione, il cavo si è rotto e i due sono precipitati assieme all’ascensore dall’altezza del quinto piano. Ora si dovrà accertare, attraverso consulenze tecniche che verranno disposte dalla Procura, il motivo per cui il cavo si è tranciato, ma anche perché non siano entrati in funzione dei meccanismi di frenata, i cosiddetti “pattini”, che si attivano in casi di emergenza quando gli ascensori cedono. Al momento, è stata sequestrata tutta la colonna del vano e dopo le prime relazioni degli investigatori gli inquirenti dovranno disporre le consulenze tecniche

Le condizioni del giovane

Il 26enne precipitato nel vano dell’ascensore dell’edificio di viale Monza a Milano. trasportato all’ospedale Niguarda con traumi al volto, al torace, al bacino e alle gambe, è ricoverato in gravissime condizioni ed è al momento in valutazione da parte del trauma team del nosocomio milanese.

L’autopsia

Il pm di turno Perinu ha disposto l’autopsia sul corpo dell’operaio morto. La Procura meneghina sta per aprire un fascicolo per omicidio colposo che, una volta ricevuti i primi atti dalla polizia giudiziaria, sarà coordinato dal dipartimento ‘Salute, lavoro, sicurezza, ambiente’ guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano.

Greco (Cgil Milano): “In un mese una strage”

“In poco più di un mese a Milano è già una strage”, commenta il segretario della Cgil milanese Vincenzo Greco. “E’ inaccettabile il continuo ripetersi di eventi tragici nei luoghi di lavoro”, prosegue il Sindacalista sottolineando che “ancora una volta nella città di Milano un lavoratore ha perso la vita ed un altro è rimasto gravemente ferito”. “E’ il quarto incidente mortale dall’inizio dell’anno nel milanese. Questi fatti non possono rimanere impuniti -argomenta Greco – bisogna perseguire i responsabili e mettere in campo azioni concrete che vadano nella direzione di prevenire in maniera efficace i rischi a cui si è esposti, formando adeguatamente lavoratori e datori di lavoro, abbracciando un modello produttivo che crede nella tutela della salute e della sicurezza dei tutti”.