“DIA DE LA REBELDIA NACIONAL”: L’AVANA RICORDA IL GIORNO IN CUI INIZIO’ LA RIVOLUZIONE CUBANA

Cuba in festa oggi per la celebrazione della Rivolta Nazionale. Nel “Dia de la Rebeldia Nacional y asalto al Moncada” il 26 luglio 1953, viene ricordato l’assalto capeggiato da Fidel Castro alla Caserma della Moncada. L’assalto fallì, ma fu celebrato in seguito come l’evento che segnò l’inizio della rivoluzione cubana e la data dell’episodio fu adottata da Castro come nome del movimento che prese il potere nel 1959, il Movimento del 26 luglio (“Movimiento 26 Julio o M 26-7”).

La caserma spagnola “Reina Mercedes”, costruita nel XIX secolo, cambiò nome nel 1909 in ricordo del generale dell’Esercito di liberazione cubano, Guillermo Moncada – detto il “gigante nero” – che vi fu imprigionato. La sua superficie si estende per circa 60.000 metri quadrati nella parte più alta di Santiago di Cuba. La guarnigione di stanza era formata da 374 uomini del Reggimento n. 1 “Antonio Maceo” e da 26 uomini dello Squadrone 18 G. R., cioè da 288 soldati, 87 graduati, 24 ufficiali subalterni e 3 ufficiali superiori. La fortezza disponeva di cinque postazioni, quattro esterne e una interna, con due o tre sentinelle ciascuna.

La notte precedente l’attacco, il 25 luglio, c’era una festa a Santiago di Cuba ed i rivoluzionari credettero di poter prendere di sorpresa i soldati della caserma. I ribelli formarono una colonna di automobili per simulare una delegazione guidata da un alto ufficiale in arrivo dalla parte occidentale di Cuba e, per meglio mimetizzarsi, indossarono alcune uniformi dell’esercito rubate prima dell’azione. Il piano prevedeva, dopo aver conquistata la fortezza, di utilizzare la locale trasmittente radio per diffondere trasmissioni di propaganda che spingessero la popolazione a sollevarsi per rovesciare il regime di Fulgencio Batista, presidente de facto di Cuba dal 1933 al 1940, de iure dal 1940 al 1944 e nuovamente dal 1952 al 1959.

L’attacco alla caserma che iniziò alle 5 di mattina del 26 luglio, fu condotto in modo maldestro e inefficace. Fidel Castro e suo fratello Raúl guidarono 160 ribelli male equipaggiati (armati per lo più con fucili da caccia), e forse anche troppo vecchi per essere arruolati. La colonna di auto si divise ancor prima di arrivare alla caserma e furono persi i contatti con l’auto che trasportava le armi pesanti. Molti dei ribelli che avrebbero dovuto prender parte all’assalto, inoltre, furono lasciati a casa per mancanza di armi. Il risultato fu una netta inferiorità numerica dei ribelli rispetto ai soldati: un rapporto di 1 a 10. Quando si passò all’azione finale, l’assalto alla caserma Moncada si risolse in un disastro totale. Sessantuno ribelli rimasero uccisi negli scontri ed un terzo di loro furono catturati. Metà dei catturati furono torturati a morte. Solo pochi ribelli, tra cui Fidel Castro, riuscirono a fuggire sulla Sierra Maestra, per essere poi catturati dopo circa una settimana.

Castro, che era avvocato, si difese da solo durante il processo. La sua arringa difensiva, “La storia mi assolverà”, fu trascritta da un giornalista che assisteva al processo. L’orazione divenne il programma del Movimento del 26 luglio, ispirò i piani dettagliati per le riforme a Cuba, e più tardi fu usata da Castro per alcuni suoi discorsi. Fidel fu condannato a morte, ma Batista, su richiesta del clero cattolico, abolì la pena di morte poco prima dell’esecuzione e la condanna fu commutata in 15 anni di reclusione nell’Isola dei Pini (attuale Isla de la Juventud). Due anni dopo, nel 1955, le madri di un gruppo di prigionieri lanciarono una campagna per la liberazione di Castro e dei suoi compagni. Alcuni politici, editori e intellettuali firmarono un appello chiedendo “la libertà per i prigionieri politici”. Quello stesso anno, il Congresso cubano approvò un provvedimento di amnistia per tutti i prigionieri politici. Dopo la firma di Batista, i ribelli ed il loro leader furono rilasciati.

Dopo la vittoria del movimento rivoluzionario – la notte di capodanno del 1959 Batista si dette alla fuga trafugando denaro delle riserve nazionali e l’8 gennaio Fidel entrò trionfante a L’Avana – la caserma Moncada fu trasformata in un complesso studentesco e rinominata “Città scolastica 26 luglio”, con un museo dedicato ai fatti della rivoluzione. La caserma conserva ancora sui muri i fori delle pallottole sparate durante l’attacco fallito del ‘53.