L’Italia tocca il picco dei contagi ed è polemica sull'”ora d’aria per i bimbi”

Gli esperti si raccomandano di rispettare le regole. Lombardia e Campania contro la circolare del governo

 

Ad un mese e mezzo di distanza dal 20 febbraio, quando a Codogno è stato diagnosticato il caso di Matteo, 38 anni, primo caso di Coronavirus nel paese, quella parola tanto attesa dagli italiani, forse, è arrivata. La crescita rallenta e con i suoi 105mila contagiati e 77mila malati tuttora positivi, l’Italia sembra aver raggiunto il picco. “La curva ci dice che siamo al plateau e dire che siamo al plateau vuol dire che siamo arrivati al picco” sottolinea il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, che però avverte: “non vuol dire che abbiamo conquistato la vetta e che è finita” perché “il picco non è una ‘punta’ ma un piano e ora dobbiamo scendere dall’altra parte”. E la discesa, lasciano intendere gli esperti, sarà difficile, lenta e non priva di rischi. “Dal piano l’epidemia può ripartire” sottolinea non a caso Brusaferro. Inoltre, l’ormai famoso ‘R con zero – l’indice di trasmissione del virus – è vicino all’uno (un positivo ha la potenzialità di infettare una persona, ndr) ma va portato almeno allo 0,5. Dunque l’ultima cosa da fare è pensare di esserne usciti e di allentare le misure di contenimento.

Massima cautela

“Bisogna essere cauti, dobbiamo ancora iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure di isolamento in atto”. Il governo ha recepito le indicazioni degli scienziati e nelle prossime ore si riunirà il Consiglio dei ministri per varare il nuovo Dpcm con la proroga delle misure. Fino a quando? “Al momento siamo fermi a Pasqua” ha risposto il membro del Comitato tecnico scientifico Roberto Bernabei. Altre due settimane, quindi, nelle quali l’esecutivo dovrà soprattutto decidere – se il trend attuale si confermerà – come ‘rimodulare’ le misure in atto: in sostanza, a quali attività consentire la riapertura e con quali modalità; stabilire cosa fare per le scuole; prevedere, in caso un allentamento dei provvedimenti.

Polemica contro l’atto del Viminale

Un atto emanato dal governo, relativo alla possibilità di fare jogging e di passeggiare sotto casa, dopo l’allarme di pediatri e psicologi che prevedono pericoli per i bambini che rimangono troppo tempo chiusi in casa, ha causato numerose polemiche. “Spero che i cittadini ignorino questa folle, insensata e irresponsabile circolare, che stiano a casa e organizzino giochi con i propri figli”. Lo ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera in merito al provvedimento del Viminale che autorizza la passeggiata genitori-figli. Come Lombardia “vedremo se c’è la possibilità di emanare ordinanze che la vanifichino. La valuteremo con il presidente Fontana” ha aggiunto Gallera. “Considero gravissimo il messaggio proveniente dal Ministero dell’Interno. Si trasmette irresponsabilmente l’idea che l’epidemia è ormai alle nostre spalle. Si ignora tra l’altro, che vi sono realtà del Paese dove sta arrivando solo ora l’ondata più forte di contagio. Si rischia, per una settimana di rilassamento anticipato, di provocare una impennata del contagio”. Così il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha voluto prontamente replicare alla circolare del Viminale che forniva alcuni chiarimenti sull’applicazione dei divieti di assembramento e dello spostamento delle persone. “Ribadisco che in Campania rimane in vigore l’ordinanza regionale, derivata da motivi di tutela sanitaria, la cui competenza è esclusivamente regionale. Si ribadisce che è assolutamente vietato uscire a passeggio o andare a fare jogging”, ha aggiunto il Governatore.

Situazione incoraggiante ma bisogna stare attenti

La fotografia della pandemia mostra il momento più crudo della catastrofe e il picco non è certo una vittoria. Numerosi i camion che continuano a portare le bare verso i forni crematori in tutta Italia ed anche ieri un’ecatombe: 837 vittime in un giorno, 35 l’ora. Nella tragedia ci sono però anche numeri ‘positivi’: continuano a calare i ricoverati negli ospedali: il 26 marzo l’incremento era stato di 1.276 nuovi malati, sabato di 710, domenica di 409, lunedì di 397. Con la Lombardia che ospedalizza ‘solo’ 68 nuovi pazienti e l’Emilia che ne ha invece 14 in meno. Calano anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: oggi sono 42, ieri erano 75, il 26 marzo 120.