Pillola dei “5 giorni dopo”: le cose che nessuno scrive

Non c’è che da esserne fieri: dopo l’aggiornamento infatti delle nuove linee guida relative all’uso della pillola abortiva Ru 486 in day hospital, per merito del Ministro della salute Roberto Speranza, ora l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), con determina n. 998 dello scorso 8 ottobre, annuncia che per Ulipistral acetato (EllaOne), così detta “pillola dei cinque giorni dopo”, non sarà più obbligatoria la prescrizione medica.

Il Direttore Generale Nicola Magrini aggiunge che il farmaco in questione rappresenta “uno strumento altamente efficace per la contraccezione d’emergenza per le giovani che abbiano avuto un rapporto non protetto, entro i 5 giorni dal rapporto. Ed è anche, a mio avviso, uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze”.

D’altronde è notorio come l’aumento dell’uso della contraccezione d’emergenza, attraverso la Norlevo (levonorgestrel) “pillola del giorno dopo” e la EllaOne, abbia inciso fortemente sulla riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG). Come risulta infatti dalla relazione al Parlamento del Ministro della salute, nel 2018 sono state notificate infatti 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) con un numero dimezzato rispetto ai 234.801 casi del 1983.

Numeri che farebbero ben sperare se non fosse che in realtà il consumo delle cosiddette pillole del giorno o dei 5 giorni dopo nascondono una verità purtroppo ben diversa; secondo i dati forniti da Federfarma infatti, il numero di pillole vendute è passato da 400mila confezioni nel 2015, a 490mila nel 2016 e fino a 570mila lo scorso anno; in due anni quindi l’incremento sarebbe stato addirittura del 42% in più e ciò in regime di prescrizione obbligatoria per le minorenni. C’è da supporre che tali cifre, ora che è stata ammessa da parte dell’AIFA la libera vendita senza prescrizione anche alle minori, aumenteranno in maniera esponenziale.

La problematica fondamentale circa l’assunzione di questi farmaci riguarda il fatto che in circa il 15% dei casi possono non avere azione di contraccezione e quindi potrebbero interrompere un eventuale gravidanza intercettando l’ovulo già fecondato (norlevo) o anche modificando la struttura dell’endometrio (EllaOne), da qui la logica spiegazione della diminuzione del numero di aborti registrati rilevati.

Del resto non si capirebbe la ragione per la quale il Consiglio superiore della sanità il 15 giugno del 2011 permise il commercio della EllaOne con la clausola, in seguito annullata, che: la donna doveva sottoporsi a un test del sangue per dimostrare di non essere già gravida. Se lo fosse, infatti, il farmaco metterebbe a rischio la vita dell’embrione.

A conferma di ciò si legge sul bugiardino della Norlevo del 6 agosto 2003, poi modificato: “La contraccezione di emergenza è un metodo di emergenza che ha lo scopo di prevenire la gravidanza in caso di rapporto sessuale non protetto, bloccando l’ovulazione o ‘impedendo l’impianto dell’ovulo eventualmente fecondato’”; quindi ovviamente in questo caso, divenendo abortiva.

Si rimane poi quantomeno perplessi a tale proposito a sentir parlare di Etica e non piuttosto di una non corretta informazione. Da domani infatti ragazzine quattordicenni potranno accedere liberamente a questo farmaco da banco miracoloso, inconsapevoli che potrebbero magari avere nel loro grembo il prodotto di un concepimento e che se informate correttamente avrebbero potuto anche decidere di tenere evitando così l’assunzione del farmaco.

Ciò che certamente è frutto di verità inconfutabili è che, in questo momento di denatalità del nostro Paese, le nascite nel 2018 sono state appena 449 mila, ovvero circa 9mila in meno dell’anno precedente. Un dato che certamente colpisce, ancor più se lo si paragona al 2008, la differenza rispetto a quell’ anno infatti è di ben 128mila culle in meno, una denatalità crescente frutto di condizionamenti culturali e ideologici da parte di certe lobby di potere, contro la vita nascente e di quella al tramonto.

Oggi non abbiamo bisogno infatti di avere nuove pillole o strumenti per facilitare sempre più aborti o candidati alla “dolce morte” quanto, al contrario, di politiche che incentivino la formazione di famiglie con mamma, papà e nuovi nati che allietino questa triste e ormai anziana società volta solo a cercare di distruggere purtroppo il senso della vera famiglia, così come come prevista nella nostra costituzione.