Arcelor Mittal, i sindacati scioperano: “Inaccettabile il piano industriale”

Nota congiunta delle sigle dei metalmeccanici contro il piano da 3.300 esuberi di Arcelor Mittal: mobilitazione il 9 giugno

Niente accordo fra metalmeccanici e Arcelor Mittal, con le sigle sindacali che proclamano 24 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti per il prossimo 9 del mese, giusto in concomitanza con l’incontro previsto fra le segreterie nazionali e il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Unanime la decisione di Cgil, Cisl e Uil, che rispediscono al mittente il piano industriale proposto dal colosso siderurgico sugli esuberi: “Le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm – spiega una nota congiunta –, insieme alle strutture territoriali ed alle Rsu del gruppo Arcelor ex Ilva – spiegano – ritengono inaccettabile il piano industriale presentato da Arcelor Mittal al Governo in data 05/06/2020, non ancora ufficializzato alle organizzazioni sindacali, contenente esuberi all’interno dei vari siti”.

Bentivogli: “Accordo mai concordato”

Il piano prevede 3.300 esuberi su un totale di 10.700 occupati nel 2025, ritenuti teorici da Fim Cisl che, attraverso il segretario Marco Bentivogli, aveva già posto le prime reticenze sia sull’accordo che sulle tempistiche di comunicazione ai sindacati: “Non sono accettabili gli esuberi dichiarati intorno alle 3.300 unità e una produzione che si assesterebbe intorno ai 6 milioni di tonnellate annue. ArcelorMittal avrebbe fatto presente che lo scenario, rispetto all’accordo di marzo, è profondamente cambiato a causa del lockdown”. Inoltre, secondo Bentivogli, “come sempre siamo gli ultimi a conoscere i contenuti dei piani industriali ma i primi a pagarne il conto – afferma Bentivogli –  L’accordo non è mai stato concordato con il sindacato“.

Mobilitazione generale

Per questo le organizzazioni dei lavoratori fanno quadrato e annunciano la mobilitazione collettiva, rivendicando “con forza la piena occupazione, gli investimenti e il risanamento ambientale oggetto dell’accordo sindacale del 06/09/2018″ e “ritengono ancor più grave che le decisioni dell’azienda si basino su un accordo tra la stessa Arcelor Mittal e il governo siglato nello scorso mese di marzo ma a tutt’oggi a noi sconosciuto“.