Penny Mordaunt allo Sviluppo internazionale

Altro cambio di effettivi in casa May: il governo conservatore, infatti, ha visto l'avvicendamento interno fra Priti Patel, ministro per lo Sviluppo internazionale, e Penny Mordaunt, 44enne nota per la sua posizione euroscettica. Si tratta della seconda sostituzione in pochi giorni per l'esecutivo Tory: il 2 novembre scorso, infatti, il ministro della Difesa, Michael Fallon, aveva rassegnato le dimissioni dopo che il suo nome era emerso nell'ambito dello scandalo molestie che ha investito il governo britannico. In sua sostituzione, era stato inserito nello staff di Theresa May il giovane Gavin Williamson, ex capogruppo dei Tories alla Camera dei Comuni. Anche nel caso dell'avvicendamento tra Patel e Mordaunt si è trattato di una necessità dovuta a dimissioni: la segretaria di Stato allo Sviluppo, infatti, aveva abbandonato Downing Street a seguito di alcuni colloqui non autorizzati intercorsi con Israele nel mese di settembre, dopo essere stata peraltro costretta a scusarsi per incontri face-to-face avvenuti ad agosto.

Il caso Patel-Israele

In sostanza, qualora non si fosse dimessa, Patel sarebbe probabilmente incorsa nell'allontanamento. In una lettera di scuse indirizzata al Primo ministro, in modo piuttosto simile a quanto affermato da Fallon, l'ex ministro ha esternato la sua costernazione definendo il suo comportamento “al di sotto degli alti standard richiesti a un segretario di Stato”. Secondo quanto emerso sul suo conto, Patel avrebbe tenuto non meno di 12 incontri con il premier Netanyahu e altri esponenti del governo israeliano durante le vacanze estive, trascorse proprio in Israele. Di tali colloqui, però, non avrebbe messo a parte May e il resto dello staff governativo. Il suo mea culpa, avvenuto nei giorni scorsi dopo l'esplosione del caso, non è bastato nel momento in cui sono emersi altri due incontri 'segreti' avvenuti a settembre (uno con il ministro per la Pubblica sicurezza Gilad Erdan, l'altro con Yuval Rotem, del ministero degli Esteri), circostanza che ha costretto Patel a rientrare dall'Africa, dove si trovava in missione, e a chiudere il suo operato all'esecutivo.

Spazio a Mordaunt

Dimissioni non certo di poco conto, in quanto la 45enne ex ministro si era distinta come figura di spicco durante la campagna pro-Brexit, facendosi baluardo del 'leave' in fase di avvicinamento al referendum. A ogni modo, la sua decisione era ormai l'unica soluzione percorribile: “Il Regno Unito e Israele sono stretti alleati ed è giusto che si debba lavorare a stretto contatto – aveva detto May in risposta alle dimissioni -. “Ma questo deve essere fatto formalmente e attraverso i canali ufficiali”. Al posto di Patel, dunque, arriva un'altra donna, fra i Tories dal 2010 e finora impiegata in ruoli di sottosegretario, nota per le sue idee euroscettiche nell'ambito dei negoziati con Bruxelles.