La Pasqua di San Tommaso

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Nella seconda domenica di Pasqua, celebriamo… la “Pasqua di San Tommaso”, l’apostolo che era assente dalla comunità apostolica domenica scorsa!

I temi che il vangelo ci propone sono tantissimi: la domenica (“il primo giorno della settimana”); la Pace del Risorto e la gioia degli apostoli; la “Pentecoste” e la Missione degli apostoli (secondo il vangelo di Giovanni); il dono e il compito affidato agli apostoli di perdonare i peccati (per cui da alcuni anni si celebra oggi la “Domenica della Divina Misericordia”); il tema della comunità (dalla quale Tommaso si era assentato!); ma soprattutto il tema della fede!

Mi limiterò a soffermarmi sulla figura di Tommaso, ma vorrei fare una nota introduttiva, prima di tutto, per presentare le letture che ci accompagneranno durante questo periodo pasquale di cinquanta giorni, un cammino che ci condurrà alla Pentecoste, la “Pasqua della Chiesa”!

La Liturgia della Parola durante questo periodo è particolarmente ben strutturata, attorno all’evento pasquale, in vista di una progressiva interiorizzazione del mistero che stiamo celebrando.

Prima lettura: dagli Atti degli Apostoli

È da notare una particolarità della Liturgia della Parola delle domeniche di Pasqua: nella prima lettura non leggiamo brani dell’Antico Testamento, ma il libro degli Atti degli Apostoli. Nei tre anni (A, B, C) viene presentata la vita delle prime comunità cristiane. Si tratta di una scelta particolarmente felice perché collega direttamente la vitalità e la testimonianza missionaria della Chiesa delle origini all’evento pasquale. Conoscere ed approfondire gli Atti degli Apostoli è, oggi più che mai, essenziale per un ritorno alle nostre origini. Come ha detto recentemente un autore, il futuro del cristianesimo in Occidente dipenderà dalla nostra capacità di divenire i “primi cristiani del XXI secolo”, adottando il “metodo” della Chiesa nascente (Leonardo Luganesi).

Seconda lettura: Prima Lettera di Giovanni

Come seconda lettura (definita anche come “Lettura dell’Apostolo”) leggiamo la Prima Lettera di Giovanni (anno B). Questa Lettera ci offre l’opportunità di concentrare la nostra attenzione su due capisaldi della fede cristiana: l’incarnazione e l’amore. Nel contesto “sismico” che stiamo attraversando e che fa traballare le tante “certezze” che avevamo accumulato riguardo alla fede, ritornare all’essenziale – Gesù e il suo messaggio di amore – è particolarmente urgente.

Il vangelo delle domeniche di Pasqua

Nelle prime tre domeniche vengono presentati dei brani delle apparizioni del Risorto. Il brano di oggi (Giovanni 20,19-31) è ritenuto di particolare importanza, per cui viene proclamato ogni anno. I testi sono presi dal Vangelo di Giovanni (tranne quello di domenica prossima). Sono brani di grande intensità che, tramite lo sguardo contemplativo di Giovanni, ci guidano nella meditazione e approfondimento del mistero pasquale.

Passiamo adesso alla figura di Tommaso. È la “sua” domenica, il suo incontro con Gesù risorto, la sua Pasqua. Se domenica scorsa abbiamo celebrato la risurrezione del Maestro, oggi celebriamo quella del discepolo.

Tommaso, nostro gemello

Il suo nome significa “doppio” o “gemello”. Tommaso ha un posto di rilievo tra gli apostoli; forse per questo gli furono attribuiti gli Atti e il Vangelo di Tommaso, apocrifi del IV secolo, “importanti per lo studio delle origini cristiane” (Benedetto XVI, 27.9.2006).

Ci piacerebbe conoscere di chi Tommaso è gemello. Potrebbe essere di Natanaele (Bartolomeo). In effetti, quest’ultima professione di fede, fatta da Tommaso, trova corrispondenza con la prima, fatta da Natanaele, all’inizio del vangelo di Giovanni (1, 45-51). Inoltre il loro carattere e comportamento sono sorprendentemente simili. Infine, i due nomi appaiono relativamente vicini nella lista dei Dodici (vedi Matteo 10, 3; Atti 1, 13; ed anche Giovanni 21, 2).

Questa incognita dà spazio per affermare che Tommaso è “gemello di ciascuno di noi” (Don Tonino Bello). Tommaso ci conforta nei nostri dubbi di credenti. In lui ci specchiamo e, attraverso i suoi occhi e le sue mani, anche noi “vediamo” e “tocchiamo” il corpo del Risorto. Una interpretazione che ha il suo fascino!…

Tommaso, un “doppio”?

Nella Bibbia la coppia di gemelli più famosa è quella di Esaù e Giacobbe (Genesi 25, 24-28), eterni antagonisti, espressione della dicotomia e polarità della condizione umana. Non sarà che Tommaso (il “doppio”!) porta dentro di sé l’antagonismo di questa dualità? Capace, talvolta, di gesti di grande generosità e di coraggio, mentre altre volte si manifesta incredulo e caparbio. Ma, confrontato con il Maestro, emerge di nuovo la sua identità profonda di credente che proclama la fede con prontezza e convinzione.

Tommaso porta dentro il suo “gemello”. L’apocrifo Vangelo di Tommaso sottolinea questa duplicità: “Prima eravate uno ma siete diventati due” (n°11); “Gesù disse: Quando di due ne farete uno, allora diventerete figli di Adamo” (n°105). Tommaso è immagine di tutti noi. Anche noi ci portiamo dentro tale “gemello”, inflessibile e strenuo difensore delle proprie idee, ostinato e capriccioso nei suoi atteggiamenti.

Queste due realtà o “creature” (l’antico e il nuovo Adamo) convivono male, in contrasto, talvolta in guerra aperta, nel nostro cuore. Chi non ha mai sperimentato la sofferenza di questa lacerazione interiore?

Ora, Tommaso ha il coraggio di affrontare questa realtà. Egli permette che si manifesti il suo lato oscuro, avverso e incredulo, e lo porta a confrontarsi con Gesù. Accetta la sfida lanciata dalla sua interiorità “ribelle” che chiede di vedere e toccare… La porta da Gesù e davanti all’evidenza, il “miracolo” accade. I due ‘Tommasi’ diventano uno solo e proclamano la medesima fede: “Mio Signore e mio Dio!”

Purtroppo non è quello che accade con noi. Le nostre comunità cristiane sono frequentate quasi esclusivamente da “gemelli buoni” e sottomessi, ma anche … passivi ed amorfi! Il fatto è che non stanno là in tutta la loro “interezza”. La parte energica, istintiva, quella che avrebbe bisogno di essere evangelizzata, non compare all’ “incontro” con Cristo.

Gesù disse che veniva per i peccatori, ma le nostre chiese sono frequentate da “giusti” che … non sentono la necessità di convertirsi! Quello che dovrebbe convertirsi, l’altro gemello, il “peccatore”, lo lasciamo tranquillamente a casa. È domenica, approfitta per “riposare” e affida la giornata al “gemello buono”. Il lunedì, poi, il gemello degli istinti e delle passioni sarà in piena forma per riprendere il comando.

Gesù alla ricerca di Tommaso

Avesse Gesù molti Tommaso! Nella celebrazione domenicale, è soprattutto di loro che il Signore viene alla ricerca… Saranno essi i suoi “gemelli”! Dio cerca uomini e donne “reali”, che si relazionano con lui come sono: peccatori che “soffrono” nella propria carne la tirannia degli istinti. Credenti che non si vergognano di comparire con questa parte incredula e resistente alla grazia. Che non vengono per fare una bella figura nell’“assemblea dei credenti”, ma per incontrarsi con il Medico della Divina Misericordia ed essere curati. È di questi che Gesù si fa fratello!

Il mondo ha bisogno della testimonianza di credenti onesti, capaci di riconoscere i propri errori, dubbi e difficoltà e che non nascondono la propria “duplicità” dietro una facciata di “rispettabilità” farisaica. La missione necessita veramente  di discepoli che siano persone autentiche e non “dal collo storto”!… Di missionari che guardino dritto la realtà della sofferenza e che tocchino con le loro mani le piaghe dei crocifissi di oggi!…

Tommaso ci invita a riconciliare la nostra doppiezza per fare Pasqua!
Parola di Gesù, secondo il … Vangelo di Tommaso (n° 22.27): “Quando farete in modo che due siano uno, e farete sì che l’interno sia come l’esterno e l’esterno come l’interno, e l’alto come il basso, e quando farete del maschio e della femmina una cosa sola (…) allora entrerete nel Regno!”

Per la riflessione settimanale, invito a fare la lettura continua della Prima Lettera di Giovanni.