Iraq: intesa tra i principali partiti curdi per il referendum sull’indipendenza

Il Partito democratico del Kurdistan (Pdk) e l’Unione patriottica del Kurdistan (Upk), le due principali forze politiche curde dell’Iraq, hanno raggiunto un accordo per organizzare un referendum sull’indipendenza della regione autonoma del Kurdistan da Baghdad dopo la sconfitta dell’Isis. Lo hanno reso noto in un comunicato congiunto dopo una riunione tenuta ad Erbil. “Le due parti – si legge nella dichiarazione – hanno concluso un accordo per formare un comitato per condurre trattative con il governo iracheno per determinare il futuro delle aree contese e poi per tenere un referendum e dichiarare l’indipendenza del Kurdistan”.

Il Pdk è guidato da Massud Barzani, presidente della regione autonoma del Kurdistan. L’Upk da Jalal Talabani, fino al 2014 presidente iracheno, carica in cui gli è succeduto un altro esponente del partito, Fuad Massum. Tra le regioni contese tra curdi e arabi vi è la città di Kirkuk e la sua provincia, ricca di petrolio, che le milizie curde Peshmerga occupano dal 2014, quando avanzarono fuori dalla regione del Kurdistan per contrastare i jihadisti dell’Isis dopo che l’esercito federale iracheno si era ritirato senza combattere. I miliziani curdi partecipano anche all’offensiva lealista avviata il 17 ottobre scorso per riconquistare Mosul, la “capitale” dello Stato islamico in Iraq, dove vive una minoranza curda. Ma il primo ministro iracheno Haidar al Abadi ha messo in chiaro che i Peshmerga non potranno entrare in città per prevenire il tensioni etniche con la popolazione araba.

Il Kurdistan iracheno, chiamato anche Regione autonoma del Kurdistan, è un’entità federale autonoma del Nord dell’Iraq. La regione confina con l’Iran a Est, con la Turchia a Nord, con la Siria a Ovest. Benché istituito già nel 1991 la regione assume le attuali caratteristiche di autonomia solo con l’introduzione della nuova costituzione nel 2005. Lo scorso aprile la diffusione della notizia sul referendum per l’indipendenza dei curdi aveva provocato una vera e propria sommossa a Baghdad. Gli sciiti seguaci di Muqtada al Sadr avevano preso d’assalto il Parlamento per dare la caccia ai deputati curdi, costretti a fuggire per evitare il linciaggio.