LA “SFIDA” DI UN POLITICO TURCO: COSTRUIRE LA PIU’ GRANDE STATUA AL MONDO DI MARIA

Il politico Cemil Seboy, candidato del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp) della regione di Izmir (Smirne), ha “lanciato una sfida”,  promettendo che se verrà eletto nelle consultazioni elettorali politiche del prossimo 7 giugno, sponsorizzerà presso il Ministero turco della cultura e del turismo il progetto per far costruire nel distretto di Selcuk la più grande statua del mondo dedicata alla Vergine Maria. In realtà sarebbe stata la grandiosa statua del Cristo Redentore, alta 38 metri, di cui 8 metri fanno parte del basamento, che dal Corcovado si affaccia sulla baia di Rio de Janeiro, ad ispirare il progetto di Seboy, che penserebbe anche una funivia per salire sulla collina che ospiterebbe la statua.

A riferirlo sono fonti turche consultate dall’Agenzia Fides: l’idea del candidato è di sviluppare il settore turistico della zona dove sorgono le rovine di Efeso e anche il sito di Meriem Ana Evi, la cosiddetta “Casa di Maria”, scoperta nel 1891 sulla base delle rivelazioni della mistica Katharina Emmerick:  il Santuario è già meta di numerosi pellegrinaggi e visite per pellegrini intenti a pregare come anche per i più comuni turisti.  Infatti a circa quattro chilometri dalla città di Efeso, secondo la tradizione sarebbe ubicata la casa in cui Maria trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena. Numerosissimi autori cristiani d’Oriente e d’Occidente, fin dai primi secoli, fanno cenno alla lunga permanenza di Giovanni, l’apostolo prediletto di Gesù, e della Santa Vergine nei pressi della città di Efeso, la prima delle sette chiese ricordate nell’Apocalisse. L’importante scoperta risale alla fine del secolo XIX: due sacerdoti della congregazione della Missione, i francesi Padre Henry Jung e Padre Eugène Poulin, cedendo alle insistenti richieste di suor Marie de Mandat-Grancey, la superiora delle Figlie della Carità addette all’Ospedale francese di Izmir, partirono alla ricerca della casa dove la Vergine Maria visse gli ultimi anni della sua vita, avendo come sola bussola le visioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick.

Trovarono i resti di un edificio su un colle, che aveva l’apparenza di essere stato utilizzato come cappella e che corrispondeva perfettamente alla descrizione fattane dalla Emmerick. Si trattava della “Panaya üç Kapoulou Monastiri”, come la chiamavano i cristiani del luogo, ovvero il “Monastero delle tre porte della Tutta Santa”, per i tre archi posti sulla facciata. Successivamente, i due lazzaristi vennero a conoscenza che dal villaggio di Sirince, abitato fino al 1920 da una comunità di greci che parlavano il turco ed erano di fede cristiano-ortodossa, la gente si recava ogni anno in pellegrinaggio, nell’ottava della loro festa della dormizione di Maria, il 15 agosto. Attraverso un inchiesta scrupolosa dei due sacerdoti, si confermò l’esistenza di una memoria locale antica di secoli, che riconosceva nella cappella in rovina sul colle il luogo dell’ultima residenza terrena di “Meryem Anas”, la Madre Maria.