Regina Coeli, il Papa: “Chiediamo la pace per i responsabili delle Nazioni”

Papa Francesco ricorda le due frasi con le quali Gesù dà l'addio ai suoi discepoli. E ricorda: "A darci la pace è lo Spirito Santo"

Papa Francesco pace
Foto © VaticanMedia

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. Le parole d’addio rivolte da Gesù ai suoi discepoli, suonano come una sorta di testamento. Lo ricorda Papa Francesco, parlando ai fedeli in Piazza San Pietro durante il Regina Coeli, spiegando che Gesù si congeda “con parole che esprimono affetto e serenità… in un momento tutt’altro che sereno“. Il tradimento di Giuda, il vicino rinnegamento da parte di Pietro e l’abbandono da parte di quasi tutti gli altri. “Il Signore lo sa, eppure non rimprovera, non usa parole severe, non fa discorsi duri. Anziché mostrare agitazione, rimane gentile fino alla fine. Un proverbio dice che si muore così come si è vissuto. Le ultime ore di Gesù sono in effetti come l’essenza di tutta la sua vita. Prova paura e dolore, ma non dà spazio al risentimento e alla protesta”. E in questo risuona il significato delle parole “Vi lascio la pace”. Quella pace sgorga proprio da qui, “perché non si può lasciarla agli altri se non la si ha in sé”.

“Vi do la mia pace”

Testimoniare Gesù, ricorda il Santo Padre, significa essere “miti, aperti, disponibili all’ascolto, capaci di disinnescare le contese e di tessere concordia… Chiediamoci se, nei luoghi dove viviamo, noi discepoli di Gesù ci comportiamo così: allentiamo le tensioni, spegniamo i conflitti? Siamo anche noi in attrito con qualcuno, sempre pronti a reagire, a esplodere, o sappiamo rispondere con la non violenza, sappiamo rispondere con gesti e parole di pace?”.

Una mitezza tutt’altro che semplice ma che riceve l’aiuto della seconda frase di Gesù: “Vi do la mia pace”. Egli sa “che da soli non siamo in grado di custodirla, che ci serve un aiuto, un dono… Questa pace è lo Spirito Santo, lo stesso Spirito di Gesù. È la presenza di Dio in noi, è ‘la forza di pace’ di Dio”. Il dono dello Spirito Santo “scioglie le rigidità e spegne le tentazioni di aggredire gli altri… È con lui che si diventa uomini e donne di pace”.

La richiesta dello Spirito

Nessun fallimento né rancore, conclude Francesco, “deve scoraggiarci dal domandare con insistenza il dono dello Spirito Santo che ci dà la pace. Più sentiamo che il cuore è agitato, più avvertiamo dentro di noi nervosismo, insofferenza, rabbia, più dobbiamo chiedere al Signore lo Spirito della pace“. Un insegnamento, quello di Gesù, che è anche una responsabilità. Chiedere tale sentimento significa agire per esserne testimoni, per diventare riconciliatori. E chiederla per sé è chiederla anche per gli altri: “E chiediamolo anche per chi vive accanto a noi, per chi incontriamo ogni giorno, e per i responsabili delle Nazioni”.