Papa Francesco: “Il dialogo sinodale: una bella ‘marcia nello Spirito Santo'”

Nella Festa di San Francesco, il Pontefice ha aperto la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema "Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione"

Chiesa

Papa Francesco, nella Festa di San Francesco di Assisi, ha celebrato la Santa Messa con i cardinali ordinati nel Concistoro di sabato scorso e con il Collegio Cardinalizio. Nel corso della liturgia ha aperto la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. La prima sessione dei lavori si terrà questo pomeriggio nell’Aula Paolo VI. Sono presenti alla messa i 464 partecipanti al Sinodo, di cui 365 membri, 54 donne per la prima volta con diritto di voto. Presenti pure i 20 delegati delle Chiese orientali e i due vescovi cinesi di nomina papale.

Papa Francesco: “Il dialogo sinodale: una bella ‘marcia nello Spirito Santo'”

“Cari fratelli cardinali, confratelli vescovi, sorelle e fratelli, siamo all’apertura dell’Assemblea sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche: se il Sinodo farà questo percorso, aprirà queste porte…. No. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo non è un parlamento. No. Siamo qui per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi. Partiamo dunque dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente”. Secondo il Pontefice, “questo sguardo benedicente del Signore invita anche noi a essere una Chiesa che, con animo lieto, contempla l’azione di Dio e discerne il presente. E che, fra le onde talvolta agitate del nostro tempo, non si perde d’animo, non cerca scappatoie ideologiche, non si barrica dietro convinzioni acquisite, non cede a soluzioni di comodo, non si lascia dettare l’agenda dal mondo”. E citando il discorso di papa Giovanni XXIII per la solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962), ha ricordato come sia “necessario prima di tutto che la Chiesa non distolga mai gli occhi dal sacro patrimonio della verità ricevuto dagli antichi; ed insieme ha bisogno di guardare anche al presente, che ha comportato nuove situazioni e nuovi modi di vivere, ed ha aperto nuove vie all’apostolato”. “Lo sguardo benedicente di Gesù – ha detto ancora Francesco – ci invita a essere una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore”. “Questo è il compito primario del Sinodo – ha aggiunto -: ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità. Una Chiesa unita e fraterna, o almeno che cerca di essere unita e fraterna che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che ‘rischia’ con Gesù. Così Gesù vuole la Chiesa, la sua Sposa”. Per papa Francesco, lo “sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale. Non con le porte chiuse”. “In un tempo complesso come il nostro – ha spiegato nell’omelia della messa di inizio Sinodo -, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura”. “Nel dialogo sinodale, in questa bella ‘marcia nello Spirito Santo’ che compiamo insieme come Popolo di Dio – ha proseguito -, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che ‘si fa colloquio‘”. “Una Chiesa ‘dal giogo dolce’ – ha aggiunto il Pontefice -, che non impone pesi e che a tutti ripete: ‘Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi! La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti‘”.

Fonte Ansa