Come avvenne la conversione di San Paolo

La festa della Conversione di san Paolo è collocata nella settimana ecumenica di preghiere per l’unità dei cristiani. Viene istituita in Gallia nel VIII secolo e solo alla fine del X entra nel calendario romano. Saulo, ebreo della Cilicia, viene educato dal rabbino Gamalicle: si autodefinisce “irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dalla legge”, sebbene collabori con le autorità ebraiche nella persecuzione dei cristiani.

Sei anni dopo la risurrezione di Gesù, Saulo si reca a Damasco per prelevare un gruppo di cristiani e poi condurli davanti al tribunale giudaico a Gerusalemme. All’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo perché mi perseguiti. Rispose: “Chi sei, o Signore?” Ed egli “lo sono Gesù, che tu perseguiti! Ma tu, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare” (At 9,3b-6). Per questo evento straordinario Paolo cade a terra e perde la vista; la riacquista grazie all’imposizione delle mani da parte di Anania, che gli amministra anche il Battesimo.

Paolo non dubita nemmeno per un istante della realtà della visione e commenta cosi l’accaduto: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna (1Tm 1,15b-16). Alcuni teologi ritengono che la conversione di Paolo sia uno degli avvenimenti più importanti del Nuovo Testamento, dopo la risurrezione di Cristo.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi