Ancona. Processo appello per l’uccisione di Pamela Mastropietro

La madre della giovane vittima: vorrei parlare con Oseghale, deve dirmi verità

FONTE: ANSA

Pamela Mastropietro, una giovane di 18 anni, è stata uccisa il 30 gennaio 2018 in un appartamento di via Spalato a Macerata. Accusato del suo omicidio è Innocent Oseghale, un pusher nigeriano di 32 anni. Il processo contro di lui è iniziato il 13 febbraio 2019. È stato condannato in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, distruzione e occultamento di cadavere. L’imputato, difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, nonostante ammetta di avere fatto a pezzi il corpo di Pamela e di averlo nascosto dentro due trolley poi abbandonati in campagna, sostiene di non averla uccisa e che la giovane è morta di overdose.

Le parole della madre della giovane

Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, prima del processo in Corte d’assise d’appello parlando di Innocent Oseghale, ha dichiarato: “Un giorno vorrei parlarci, deve dirmi, guardandomi negli occhi, cos’è successo e dire chi sono i suoi complici”. Ha, poi, aggiunto: “Dice di essere pentito, piange? Anch’io piango ma non sono come lui, non riuscirei mai a fare del male a una persona. Deve parlarmi guardandomi negli occhi, dire quello che è successo, indicare i complici, altrimenti non ci credo”.

La richiesta di Sottani

Sergio Sottani, Procuratore generale di Ancona, chiede che venga confermata la pena dell’ergastolo a Innocent Oseghale, unico imputato per l’omicidio di Pamela. Dopo la lunga requisitoria del PM Ernesto Napolillo, Sottani ha citato un pezzo della poesia “A tutte le donne” di Alda Merini e ha poi concluso rivolgendosi al giudice Giovanni Trerè: “Non vogliamo vendetta ma un processo giusto e una sentenza giusta. Chiediamo la conferma dell’ergastolo con isolamento diurno perché nessuna attenuante può essere data a questa condotta”.