Trump taglia i fondi ai profughi palestinesi

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha decretato il taglio dei fondi all'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i profughi palestinesi. Il contributo statunitense sarà dimezzato da 125 a 60 milioni di dollari, così come stabilito dal Tycoon al termine di un minivertice con il Segretario di Stato Rex Tillerson, il Segretario alla Difesa James Mattis e il consigliere alla Sicurezza nazionale H.R. McMaster. Una notizia che di certo andrà a influire sugli equilibri interni dell'agenzia dele Nazioni unite, della quale gli Usa sono stati finora i maggiori contributori, davanti all'Unione europea: dopo la riunione ristretta fra i vertici della Casa Bianca, il Dipartimento di stato degli Stati Uniti ha chiesto all'Unrwa un “riesame fondamentale” della sua attività, pur ribadendo che la decisione “non mira a punire nessuno”.

Il contrasto con Abu Mazen

La decisione era nell'aria già da tempo, annunciata in parte dallo stesso Trump e dall'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, la quale aveva insistito per un taglio totale dei fondi. A sostenere la posizione della “via di mezzo” era stato lo stesso Tillerson che, di fatto, ha “ammorbidito” la linea della presidenza sul contributo al fondo palestinese, resa estremamente rigida dalla reazione di Abu Mazen all'indomani della dichiarazione del Tycoon di Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. La condizione posta dal presidente riguardava il ritorno dell'Autorità palestinese al tavolo delle trattative con il governo israeliano, strada che Abu Mazen ha scartato in modo netto, optando per soluzioni avverse e, in alcuni casi, altisonanti, quali l'annuncio della sospensione del riconoscimento dello Stato ebraico e quella ventilata degli accordi di Oslo.

Invito alla prudenza

Nel frattempo, il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, ha manifestato preoccupazione per le conseguenze che la decisione degli Stati Uniti potrebbe comportare, non solo per quando riguarda la sussistenza del fondo (il contributo degli Stati Uniti è di circa il 30% del totale) ma anche in virtù dei precari equilibri del Medio Oriente, già messi duramente alla prova dal riconoscimento di Gerusalemme come capitale. Guterres ha comunque auspicato, nonostante la ferma posizione Usa, una conferma dei fondi, ribadendo come l'Unrwa “non è un'istituzione palestinese ma un'istituzione Omi, importante fattore di stabilità nella regione”.