Somalia, un’autobomba vicino al Palazzo presidenziale fa 8 morti: rivendicazione jihadista

Foto d'archivio

Otto persone sono rimaste uccise nella capitale somala, Mogadiscio, in un attentato con un’autobomba compiuto contro un posto di blocco non lontano dal palazzo presidenziale. L’azione è stata rivendicata dai jihadisti del gruppo al-Shabaab. “Si conferma che otto persone, per lo più civili, sono morte e altre sette sono rimaste ferite nell’esplosione di un’autobomba”, ha detto Mucawiye Ahmed Mudey, il commissario distrettuale di Hamar Jajab dove è avvenuto l’attacco.

La potente esplosione è avvenuta in tarda mattinata a un posto di blocco situato a circa un chilometro da “Villa Somalia”, il palazzo presidenziale.

Un testimone ha riferito che il veicolo è esploso mentre veniva controllato da guardie della postazione. “Questa macchina è stata fermata dalle guardie di sicurezza e (l’esplosione) è avvenuta quando c’erano diverse altre auto (in fila) e persone che passavano in una strada vicina”, ha detto il testimone, Mohamed Hassan, affermando di aver “visto i feriti e i morti mentre venivano portati via”.

La rivendicazione jihadista

Gli al-Shabaab, in un breve comunicato, hanno rivendicato l’attacco “mirato al principale checkpoint di sicurezza del palazzo presidenziale”. Mogadiscio è regolarmente teatro di attentati da parte di questi jihadisti che dal 2007 guidano un’insurrezione volta a rovesciare il fragile governo somalo sostenuto dalla comunità internazionale. Gli Al Shabaab, divenuti cellula somala di Al Qaida dal 2012, erano stati cacciati dalla capitale dalla forza dell’Unione Africana (Amisom) nel 2011 ma vi continuano a compiere attacchi contro il governo, la sicurezza e obiettivi civili. Da una quindicina d’anni l’organizzazione integralista sunnita vuole imporre alla Somalia una versione estrema della sharia, la legge islamica, e al momento controlla vaste aree rurali del Paese.