Padre Candido Amantini, maestro di don Gabriele Amorth

La relazione di padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti, su padre Candido Amantini

Sin dall’inizio della mia presidenza nell’Associazione internazionale esorcisti (Aie) nel luglio del 2012 uno dei primi obiettivi che mi sono prefisso è stato quello di favorire la vita spirituale dei sacerdoti esorcisti. Nell’intento poi di offrire loro esempi di santi esorcisti, ho proposto anche il servo di Dio Padre Candido Amantini. Egli infatti oltre ad essere un religioso passionista di santa vita e un sacerdote esemplare fua nche un grande esorcista che esercitò questo ministero qui nel santuario della Scala Santa, dove è morto il 22settembre 1992 e dove riposano i resti mortali, traslati il21 marzo 2012 dal Cimitero Monumentale del Verano. Come sappiamo è attualmente in corso la sua causa di beatificazione.

Per un lungo periodo fu l’unico esorcista di Roma e fin dalle prime ore dell’alba un gran numero di persone attendevano pazientemente per assistere alla sua Messa mattutina e poi per incontrarlo.

La sua vita e la sua opera sono, per ogni sacerdote esorcista, un modello al quale ispirarsi. Padre Candido, per ciascuno di noi, sarà sempre un valido intercessore, al quale chiedere aiuto, per svolgere santamente il proprio ministero, come Cristo e la Chiesa ci chiedono.

L’Aier però ha grande stima per padre Candido non solo per i motivi sin qui esposti ma anche perché fu maestro di colui che la fondò, il sacerdote paolino don Gabriele Amorth.

Come sappiamo, don Gabriele Amorth ha vissuto il suo “apprendistato” presso padre Candido.

Nel 1986 il Cardinale Vicario per la diocesi di Roma Ugo Poletti, venne a sapere, durante una visita di don Gabriele, della frequentazione e dell’amicizia che egli aveva con padre Candido. Il Cardinal Poletti disse: «Lei conosce padre Candido? Da tempo mi ha chiesto un aiuto. Io ho sempre tergiversato. Non sapevo chi mandargli. Quando lei mi ha detto che lo conosceva ho capito che non potevo indugiare oltre. Lei farà bene. Non abbia paura. Padre Candido è un maestro speciale. Saprà come aiutarla». Prese un foglio e si mise ascrivere la sua nomina di esorcista per la diocesi di Roma, affinché don Gabriele potesse in tal modo affiancare padre Candido e sollevarlo in parte dall’oneroso peso del suo ministero. Don Gabriele replicò: «Ma lei sa che sono un burlone, un buono a niente, so solo fare scherzi e monellerie!». Ma non vi fu alcun ripensamento da parte del Cardinale. Allora don Gabriele si rivolse alla Madonna, di cui è sempre stato devotissimo, dicendole: «Madre di Dio, accetto questo incarico, avvolgimi nel tuo manto e mi sentirò al sicuro». Dopo la nomina, don Gabriele si recò da padre Candido e gli consegnò la nomina scritta dal Cardinale Poletti. Padre Candido, dopo averla letta non sembrò sorpreso e gli disse:

“Bene. Cominciamo subito. Devi fare due cose. Primo: prendi un Rituale degli esorcismi. È in latino. Leggi le ventuno norme che precedono il rito. Imparale a memoria. Senza quelle regole verrai sconfitto. Secondo: inizia a fare gli esorcismi a casa da solo” […].

Le indicazioni pastorali che padre Candido diede a don Amorth nella fase inziale del suo apprendistato furono quelle di apprendere bene le norme che il Rituale degli esorcismi, nelle premesse alla parte rubricale, impartisce all’esorcista intorno a diversi aspetti del suo ministero, quali, ad esempio, i criteri di discernimento dell’azione straordinaria del maligno, come comportarsi davanti alle svariate reazioni del demonio mentre viene esorcizzato, come rapportarsi con le persone che hanno bisogno di ricorrere al ministero dell’esorcista, sia al di fuori del rito dell’esorcismo, sia durante la sua celebrazione, ecc.

Inoltre siccome padre Candido voleva che il suo “allievo” conoscesse almeno praticamente quello che bisognava fare prima di incontrare i casi di possessione, invitò don Gabriele a leggere e rileggere tante volte in privato le varie fasi del rito degli esorcismi prima di sperimentarlo sui posseduti. Questa conoscenza pratica dei vari momenti e gesti del rito esorcistico avrebbe consentito al neo esorcista una minore fatica nel pronunciare con decisione le preghiere di esorcismo senza lasciarsi distrarre da alcuni gesti spettacolari o beffardi che Satana può mettere in atto per mezzo del corpo del fedele posseduto o da espressioni minacciose che talvolta proferisce mentre viene esorcizzato.

Con questi preziosi suggerimenti padre Candido indicò subito a don Gabriele quello che era necessario nel formare l’identità dell’esorcista, educandolo e guidandolo al retto adempimento del suo ufficio.

Da considerare le parole di padre Candido: “Senza quelle regole verrai sconfitto”, cioè senza quelle istruzioni che la Chiesa dà all’esorcista per svolgere rettamente il suo ministero, l’esorcista non può intraprendere una lotta straordinaria contro Satana.

Nel sacramentale dell’esorcismo la cacciata dei demoni è proclamata infatti a nome di tutta la Chiesa: non è pensabile quindi poter svolgere questo ministero fuori dalla comunione con la Chiesa, comunione che si manifesta anche e soprattutto mediante la fedele osservanza delle norme con cui la Chiesa regola il sacramentale dell’esorcismo e che è necessaria per la sua fruttuosa celebrazione.

Don Gabriele, come gli aveva suggerito padre Candido, imparò bene le norme e le preghiere di supplica a Dio e i comandi imperativi al demonio del rituale, che ripeté più volte, senza la presenza di posseduti; poi, in un secondo momento, iniziò a intervenire sui posseduti, prima affiancandosi a padre Candido e successivamente da solo.

Don Gabriele riconobbe, per tutta la sua vita, il grande dono ricevuto nel suo “tirocinio” pastorale-esperienziale: «La mia grande grazia – disse – è stata quella di essere stato nominato esorcista dal Cardinal Poletti inizialmente come aiutante di padre Candido Amantini, un santo e famoso esorcista che ho avuto come maestro per sei anni. Non potevo avere un maestro migliore e lo ringrazio per l’infinita pazienza con la quale mi ha avviato a questo ministero, tutto nuovo per me».

Oltre alle importanti nozioni teologico-sperienziali, padre Candido insegnò a don Gabriele la necessità di far riscoprire alla Chiesa la presenza di una sofferenza nascosta, tante volte incompresa, proprio perché non conosciuta: la sofferenza dei fedeli tribolati dall’azione straordinaria del demonio e di conseguenza ristabilire l’importanza e la necessità dell’esorcistato nelle Diocesi. Su questa urgente necessità don Gabriele insistette costantemente e con forza, sino alla fine della sua vita.

Nel settembre del 1990, padre Candido su richiesta di don Gabriele Amorth scrisse volentieri una Prefazione al suo primo libro sul ministero degli esorcismi che intitolò: “Un esorcista racconta”. La pubblicazione ebbe un successo strepitoso. Seguirono infatti numerosissime edizioni e fu tradotto in moltissime lingue. Don Gabriele attribuì tale successo a un particolare intervento della Vergine Maria.

Sin dai primi anni del suo tirocinio accanto a padre Candido, don Gabriele si rese conto della assoluta necessità di una formazione specifica dei sacerdoti che ricevono la licenza di esorcizzare. Una grave lacuna, infatti, che egli notava e che gli dispiaceva molto, era la totale mancanza di formazione previa nei sacerdoti ai quali i Vescovi affidavano questo ministero. Egli ben ricordava come si trovò a partire da zero quando ricevette la nomina di esorcista e se non avesse incontrato padre Candido avrebbe trovato certamente grandi difficoltà a intraprendere questo ministero e a svolgerlo correttamente.

Ecco, allora, che si fece strada nel suo cuore con sempre più insistenza il progetto di radunare periodicamente gli esorcisti innanzitutto perché non si sentissero isolati nella Chiesa, poi perché fossero aiutati a condividere le proprie esperienze e a riflettere su di esse e, facilitati nei contatti e nell’unità fra di loro, fossero aiutati a conoscere quali sono i criteri per comprendere se una persona ha bisogno del loro ministero, istruiti sul modo come devono accompagnare spiritualmente i fedeli tormentati da una particolare azione del maligno e infine aiutati a capire come opera il mondo dell’occultismo e attuare iniziative che concorrano a prevenire la deriva del popolo di Dio verso le varie forme dell’ occultismo.

Questo pensiero si affacciava con grande insistenza nella mente e nel cuore di don Gabriele, al punto che un giorno decise di parlarne con padre Candido.

Dopo che don Gabriele gli illustrò questo progetto, padre Candido ne fu entusiasta e lo incoraggiò a procedere senza esitazioni. E così, rincuorato dall’approvazione di padre Candido, nei giorni 3-4 settembre 1991, don Gabriele convocò a Roma i pochi esorcisti italiani che conosceva e i pochi di cui aveva ricevuto l’indirizzo. Per favorire la partecipazione anche di padre Candido già provato nella salute, pensò alla casa dei Passionisti al Celio, in Roma. Si rendeva conto di progettare qualche cosa di nuovo, di cui non poteva certamente prevedere il successo o l’insuccesso. Sapeva solo che, in passato, non risultava che fosse mai stata proposta una simile iniziativa. Aderirono tutti i convocati che con lui furono12. All’ultimo momento proprio padre Candido, per motivi di salute, annunciò, a malincuore, la sua forzata rinuncia. L’incontro fu un successo tanto che quattro anni dopo dal 27 giugno al 1º luglio 1994, fu realizzato persino un primo convegno internazionale degli esorcisti ad Ariccia, in provincia di Roma, nella Casa Divin Maestro dell’Istituto religioso Società San Paolo, di cui don Gabriele faceva parte. Dopo una discussione a gruppi separati, secondo la lingua, gli italiani si erano orientati per un Presidente non italiano. Ma gli altri gruppi, dato che la sede degli incontri rimaneva fissata a Roma, reclamavano un Presidente italiano e la scelta cadde su don Gabriele il quale, anche se aveva fatto di tutto per evitare la carica, chiedendo a molti di non votarlo, fu eletto a larghissima maggioranza e a quel punto accettò l’incarico.

A distanza di poco più di trent’anni da quando don Gabriele ebbe per la prima volta il pensiero di radunare gli esorcisti, prima italiani e poi quelli di tutto il mondo, oggi possiamo affermare che per gli sviluppi che vi furono in seguito, si trattò senza ombra di dubbio di una grande ispirazione che Dio diede a don Gabriele e che padre Candido sin dall’inizio riconobbe come tale e incoraggiò a realizzare.

Dobbiamo anche sottolineare il fatto importantissimo che quando nel 1998 fu promulgato il nuovo rituale degli esorcismi, nei Praenotanda non ci si limitò a citare i due paragrafi del can. 1172 del Codice di Diritto Canonico, ma fu aggiunto espressamente quel progetto che don Gabriele aveva avuto tanto a cuore e che padre Candido aveva incoraggiato e cioè che i sacerdoti, ai quali affidare il ministero di esorcizzare le persone soggette all’azione straordinaria del maligno, devono essere in modo specifico preparati a tale ufficio. Inoltre al numero14 delle Premesse Generali del rito degli esorcismi a cura della Conferenza Episcopale Italiana pubblicato nel 2001, si afferma che è conveniente che gli esorcisti della stessa diocesi si incontrino qualche volta tra loro e con il Vescovo, per condividere le loro esperienze e riflettere insieme e che è opportuno che incontri analoghi si svolgano anche a livello interdiocesano e nazionale. Indubbiamente padre Candido e don Gabriele Amorth furono i pionieri nascosti dietro tale asserzione.

Padre Candido morì il 22 settembre 1992, non solo con la serenità con cui partono da questa vita terrena coloro che hanno dato tutto se stessi a Dio e al prossimo, ma anche perché soddisfatto di aver lasciato un erede, don Gabriele Amorth al quale già da un anno e mezzo prima della dipartita, essendo esausto e senza forze, inviava i fedeli.

Preghiamo che padre Candido salga presto agni onori degli altari.

Vorrei concludere riprendendo le parole che il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha scritto nella prefazione del memorabile volume pubblicato nel settembre 2019 dall’Associazione internazionale esorcisti (A.ie): “Linee guida al ministero dell’esorcismo”:

«Nel concedere volentieri il mio imprimatur al testo delle Linee Guida dell’Associazione internazionale esorcisti, non posso non ricordare, in questo momento, i compianti Don Gabriele Amorth e il Servo di Dio Padre Candido Amantini, entrambi stimati esorcisti al servizio della Chiesa di Roma per molti anni e senza dei quali non sarebbe sorta l’Associazione internazionale esorcisti, né le presenti Linee Guida avrebbero visto la luce. Possa la loro intercessione ottenere da Dio il dono di esorcisti ornati di pietà, prudenza, scienza e integrità di vita, specificamente preparati al loro servizio ecclesiale e capaci di guidare i fedeli alla santità, perché essi, per primi, la cercano e la vivono».