A sette anni dalla scomparsa di padre Paolo Dall’Oglio ancora nessuna risposta

A Roma una conferenza stampa per ricordare la sua opera. La sorella Francesca: "Ricordare Paolo è un modo per sollecitare a fare luce sul suo destino"

Il 29 luglio 2013 veniva sequestrato a Raqqa (Siria) il padre gesuita Paolo Dall’Oglio. É stato il fondatore della comunità monastica siriana di Mar Musa e dopo trenta anni in Siria, nel 2012 viene espulso dal paese su ordine delle autorità di Damasco. Il motivo? Alcuni articoli in cui chiedeva l’apertura democratica del paese, dopo quaranta anni di governo della famiglia al Asad.
In questi sette anni dalla sua scomparsa, sulla sua sorte si sono rincorse tante voci, senza nessuna conferma.
Il suo rapimento non è mai stato rivendicato. Il sacerdote si era recato nella città capitale siriana dello Stato Islamico (Isis) per prendere parte, il 28 luglio, a un raduno promosso da studenti locali.
Il giorno dopo il gesuita si recò nel quartier generale dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria per poi scomparire senza lasciare traccia. Si è sempre impegnato per la fine della dittatura, ma non era ben visto neanche dalle chiese d’Oriente. Testimonianza è l’assoluto silenzio di queste sulla sua espulsione.

Non bisogna dimenticare la scomparsa di padre Paolo

“Ricordare la figura di padre Dall’Oglio a sette anni dalla sua ultima apparizione è un dovere che abbiamo come comunità per non disperdere il grande patrimonio civile, sociale, culturale che fino adesso hanno accompagnato la sua vita.
Dobbiamo portare avanti il messaggio di Paolo, per seguirlo e renderlo sempre attuale: siamo tutti accomunati da un destino unico e di cittadinanza globale. Lo ricordiamo con affetto e non ci stancheremo di chiedere la verità sulla sua vita e su questi sette anni che ancora attendono di essere chiariti”.
Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. É intervenuto con un messaggio video inviato alla conferenza stampa in corso oggi alla Fnsi a sette anni dalla scomparsa di padre Paolo Dall’Oglio in Siria.
“La preghiera, una forte lettura della contemporaneità, una grande fiducia negli uomini: così vogliamo ricordare padre Paolo Dall’Oglio, instancabile gesuita, uomo di fede, di forti convinzioni che gli hanno permesso di portare avanti il suo obiettivo e non arrendersi di fronte agli ostacoli che ha incontrato”, ha affermato.
“Padre dall’Oglio è una figura estremamente contemporanea e attuale nella quale possiamo riflettere i valori a fondamento del nostro progetto europeo fondato sulla diversità, sulla pluralità, sul dialogo, concetti essenziali per la promozione ovunque nel mondo della cultura della convivenza, della riconciliazione tra comunità e religioni, principi che dobbiamo rafforzare quotidianamente”, ha sottolineato Sassoli.

Le parole di padre Federico Lombardi

“Con il passare del tempo, sento la presenza di Paolo (Dall’Oglio) come presenza attorno a cui gradualmente si intrecciano e crescono incontri, riflessioni e conoscenze. La sua memoria è viva, è una presenza che ispira, di idee e pensieri profondi, di coraggio e impegno che ci aiuta a trovare vie di dialogo, giustizia e pace e approfondimento”.
Lo ha dichiarato padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger, in occasione della conferenza stampa alla Fnsi a sette anni dalla scomparsa a Raqqa, in Siria, di padre Paolo Dall’Oglio.
In questo incontro “veniamo con commozione, ma con la convinzione fondamentale di portare avanti un discorso in compagnia di Paolo“, ha aggiunto.
“Paolo è per noi l’impegno dei religiosi che sono martiri, che continuano a ispirare tantissime altre persone sulla loro linea e impegno anche delle persone, in particolare di musulmani, con cui egli ha saputo insegnarci a dialogare e a essere solidali nella ricerca della giustizia e della pace”.