A Sant’Andrea delle Fratte il ricordo dell’apparizione della Madonna a padre Ratisbonne

Il prossimo 20 gennaio 2017, ricorrerà il 175°anniversario dell’apparizione della Vergine presso la basilica di S. Andrea delle Fratte (Roma) ad Alfonso Ratisbonne (1812-1884) evento che a quel tempo anticipava il dogma dell’Immacolata Concezione. Grazie alla conversione immediata di Alfonso, in pochi anni il luogo sacro è divenuto tra i più celebri Santuari mariani conosciuto nel mondo, visitato da molti pellegrini, come dimostrano i numerosi ex voto dei fedeli. Il 25 aprile 2017, inoltre, si festeggerà il 75° anno del titolo di “Basilica Minore” consegnato a questa chiesa romana. Ma chi era Alfonso Ratisbonne?

Era un giovane ebreo, studiava legge, apparteneva a una famiglia facoltosa. Il suo giudizio verso il Pontefice era aspro. Viaggiò molto tra le capitali occidentali e orientali, fino a raggiungere la città di Napoli. Inspiegabilmente decise di recarsi a Roma, meta esclusa dal suo itinerario proprio perché era la città dei Papi. Nella città eterna, tuttavia, risiedevano alcuni suoi amici, tra cui il cattolico Teodoro De Bussières.

Alfonso non osservava scrupolosamente tutte le norme prescritte dalla sua religione, anzi. Lui stesso nella affermava che si dedicava più al divertimento, ma all’occasione aiutava anche gli ebrei poveri. Era molto scettico sulle pratiche cristiane tanto che la Medaglia Miracolosa di S. Bernardo gli suscitava ilarità. L’amico Teodoro lo convinse ugualmente ad accettarla e a strappargli una promessa a dir poco incredibile: recitare la preghiera alla Vergine di S. Bernardo.

Il 20 gennaio i due amici si recarono alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte. Mentre Alfonso visitava il luogo sacro assieme all’amico, ecco che al giovane Ratisbonne fu riservata un’esperienza unica, una grande grazia: la visione della Vergine dentro una cappella. “Una luce indescrivibile – scriverà nella sua testimonianza -. Lei di una bellezza disarmante”. L’ebreo s’inginocchiò all’istante tentanto invano di guardarla, ma era troppo grande il senso di riverenza e, per tanto, riuscì ad ammirare solo le mani. La conversione è stata immediata. Mostrò subito una fede intensa verso il Santissimo Sacramento fino a diventare sacerdote gesuita.

Alcuni santi come Giovani Bosco, Teresa del Bambino Gesù, Luigi Orione e Massimiliano Kolbe pregarono in questa basilica facendo suscitare molta devozione e diverse conversioni, tanto che fu denominata da Papa Benedetto XV la Lourdes romana. Nel 1852 venne fondato l’ordine maschile dei Padri di Nostra Signora di Sion, e Alfonso ebbe la possibilità di vivere a pieno la sua vocazione: essere missionario in Terra Santa. Col permesso di Pio IX, Alfonso lasciò la Compagnia di Gesù nel dicembre del 1852, ma con i Padri Gesuiti restarono sempre rapporti di profonda stima e gratitudine. Entrato nella nuova Famiglia religiosa, pensò subito di realizzare il sogno che custodiva nel cuore: portare a Gerusalemme le Suore di Nostra Signora di Sion, cosa che avvenne nel 1855.

La prima opera che ha realizzato Ratisbonne è stato il Santuario dell'”Ecce Homo”, consegnato in custodia alle Suore di Sion. Tra i carismi dl santuario anche quello dell’accoglienza delle bambine orfane, tanto che questo centro si è rivelato una fonte ispiratrice per altre opere di carità, come un collegio gratuito per un centinaio di ragazze e una pensione nella quale si ospitavano numerose giovani ebree e musulmane.

Le storie delle conversioni, antiche o nuove che siano, hanno un comune denominatore: un incontro. Per i cristiani, infatti, il cuore della religione cattolica è Cristo stesso, presente nell’Eucarestia, ma anche nel quotidiano, ovvero nel volto del prossimo senza esclusione. La conversione di Ratisbonne è prodigiosa per l’intervento celeste; in molti vorrebbero questa stessa chiamata, per così dire, diretta, ma non bisogna restare sordi alla voce della coscienza che ogni giorno invita ad aprire il cuore al Signore. Quando si comprende che tutti siamo bisognosi di amore e del perdono, allora sarà più facile accogliere e capire l’altro invece che giudicarlo severamente per i suoi errori. Per dirlo con le parole di Papa Francesco: “La conversione e la crescita spirituale partono sempre dal cuore: lì dove si gioca la partita delle scelte quotidiane tra bene e male, tra mondanità e Vangelo, tra indifferenza e condivisione. L’umanità ha bisogno di giustizia, di pace, di amore e potrà averle solo ritornando con tutto il cuore a Dio, che è la fonte di tutto questo”.