'Ndrangheta: 3 arresti tra cui il presidente di banca Ottavio Rizzuto

Grandi notizie oggi per quel che riguarda la lotta dello Stato alla criminalità organizzata. Dopo la notizia di questa mattina del maxi colpo ai clan messinesi con l'arresto di 94 persone, la Guardia di Finanza di Crotone ha assestato un duro colpo alle 'ndrine crotonesi con l'arrestato tre persone nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro sulle presunte ingerenze della cosca di 'ndrangheta Grande Aracri nelle attività del Comune di Cutro. Gli arrestati dell'operazione denominata “Thomas” sono personeaggi di spicco: si tratta infatti di Ottavio Rizzuto, attuale Presidente del Consiglio di amministrazione della Banca di Credito cooperativo del Crotonese, di Alfonso Sestito, medico cardiologo al Policlinico Gemelli di Roma e dell'imprenditore Rosario Le Rose. Le persone coinvolte nell'operazione sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e di estorsione, abuso d'ufficio, traffico di influenze illecite, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, reati questi ultimi tutti aggravati dalle modalità mafiose. La guardia di finanza ha anche eseguito una serie di perquisizioni nella sede legale e nelle filiali di Cutro e di Isola di Capo Rizzuto della Banca di credito cooperativo del Crotonese, guidata da Rizzuto.

La ricostruzione

E proprio sulla figura “apicale” di Rizzuto si sono focalizzate le indagini della Dda di Catanzaro. “Le indagini consentono di asserire – si legge in una nota della Dda – come negli anni la cosca di 'ndrangheta capeggiata da Nicola Grande Aracri abbia esercitato la sua influenza sul Comune di Cutro gestendo di fatto numerosissimi appalti e traendone diretto e cospicuo giovamento economico. Figura centrale di questa metastasi criminale era Ottavio Rizzato”. Verso Nicolino Grande Aracri, alias “Mano di gomma”, capo della locale ‘ndrangheta di Cutro e Capo Crimine della Provincia (attualmente detenuto in regime di 41 bis presso la casa circondariale “Opera” di Milano) è stata emessa un'informazione di garanzia. Il quadro probatorio acquisito ha consentito di far luce sulle agevolazioni ed i favoritismi che Rizzuto avrebbe effettuato a vantaggio delle cosche di 'ndrangheta locali e specificatamente nei confronti dell'imprenditore Rosario Le Rose. “Quest'ultimo – si legge nella nota – attraverso l'attività commerciale Idro Impianti srl, è risultato essere affidatario di tutte le commesse del Comune di Cutro, dal 2007 al 2015, operando in sostanziale regime di monopolio“.

La cosca Grande Aracri in Emilia Romagna

A giugno scorso la procura antimafia di Bologna ha messo sotto inchiesta 80 persone: uomini della cosca Grande Aracri. La Polizia di Stato aveva eseguito in Emilia Romagna una serie di misure cautelari nei confronti di 16 appartenenti alle cosche legate ai Grande Aracri di Cutro. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse c'era anche Giuseppe Caruso, presidente del Consiglio comunale di Piacenza di Fratelli d'Italia (poi sospeso) e funzionario dell'Agenzia delle Dogane. Tra gli arrestati, anche il boss Francesco Grande Aracri, oltre ai figli Salvatore e Paolo. Francesco Grande Aracri, già condannato per associazione mafiosa, viveva a Brescello, in provincia di Reggio Emilia. Gli arrestati sono stati accusati, a vario titol, di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Un’indagine che seguitava la sentenza storica del maxi processo Aemilia, del luglio del 2015, dove il pm Beatrice Ronchi ha ottenuto tra rito ordinario e abbreviato 160 condanne su un totale di 200 imputati. Alla sbarra capi clan ma anche colletti bianchi, politici e imprenditori emiliani locali, in una ragnatela di legami tra Calabria e Nord Italia sempre più stretta.