Bangladesh, Ong umanitarie e Chiesa Cattolica unite contro la nuova legge sui matrimoni minorili

Il Governo del Bangladesh ha approvato una nuova legge sui matrimoni minorili che consente alle ragazze sotto i 18 anni di sposarsi per volontà dei genitori in “circostanze particolari e per il loro bene”. La legge – condannata dalle organizzazioni per i diritti umani nazionali e internazionali – non chiarisce però tutte le condizioni, lasciando così troppo spazio alla libera interpretazione.

Il timore è che i genitori possano costringere le ragazze vittime di stupro a sposare i loro violentatori, pratica assai frequente in Bangladesh, specie nelle zone più povere. Il governo ha però difeso il provvedimento dichiarando di avere fiducia nei giudici e nei tribunali locali che, di volta in volta, dovranno valutare le “circostanze particolari”.

Non è dello stesso parere la Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale del Bangladesh che, invece, condanna con fermezza il testo legislativo, approvato in via definitiva dal governo di Dhaka il 27 febbraio. Il suo presidente, mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi, ha rilasciato una dichiarazione ad AsiaNews, l’organo di informazione del Pime.

“Il Parlamento ha fatto un serio sbaglio ad approvare il Child Marriage Restraint Bill 2017 mantenendo inalterata la previsione delle ‘circostanze speciali’” che consente i matrimoni in caso di “gravidanze accidentali o illegali”, in modo “da salvare l’onore della ragazza”. “Mi aspettavo – aggiunge mons. Rozario – che il governo abolisse del tutto i matrimoni minorili in Bangladesh. Ora, invece, con la clausola delle ‘circostanze speciali’, il numero delle unioni tra bambini aumenteranno”.

L’opinione è condivisa anche dalle ong umanitarie che operano sul territorio e dal vescovo di Rajshahi, che dichiara: “Il Bangladesh è un Paese corrotto, ora molti tutori potranno organizzare matrimoni tra minori. La polizia e gli attivisti non potranno fare più nulla per impedirli”.

Dati ufficiali riportati da Human Right Watch – organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani nel mondo – mostrano che il Bangladesh è il Paese asiatico con il tasso più elevato di sposi e spose bambine. Il 52% delle spose ha meno di 18 anni e il 18% meno di 15 anni. “Noi in quanto Chiesa cattolica – conclude mons. Rozario – non ci atterremo alla nuova legge, ma continueremo a considerare i limiti dei 18 anni per le donne e 21 per gli uomini”, quelli obbligatori per legge.