Maupal a Venezia: un omaggio artistico a Papa Francesco

Maupal, lo street artist del Papa, inaugura nella città lagunare la sua mostra "Venezia: Habemus Papam". Esposte presso la Sala San Leonardo fino al 7 maggio le 25 opere ispirate a Papa Francesco. Interris.it lo ha intervistato a pochi giorni dalla visita del Pontefice a Venezia

A sinistra: il logo della mostra "Venezia: Habemus Papam". A destra: Mauro Pallotta in arte Maupal. Foto: Maupal.net

Venezia si prepara ad accogliere Papa Francesco. Il Pontefice visiterà anche la Biennale d’Arte. E’ la prima volta di un Pontefice alla grande kermesse internazionale. Ed evidenzia l’importanza data alla “missione salvifica dell’arte” che – secondo Bergoglio – “deve aprirsi a tutto e a tutti” e che può essere anche “strumento di evangelizzazione”.

A questa idea si richiama l’opera dell’artista romano Maupal (al secolo Mauro Pallotta) meglio conosciuto come lo street artist del Papa divenuto famoso in tutto il mondo grazie al murales “Super Pope“.

Maupal sarà infatti il protagonista della mostra “Venezia: Habemus Papam”, che si svolgerà da venerdì 27 aprile presso la Sala San Leonardo. Organizzata dal Comune di Venezia in collaborazione con Fondaco Italia, l’esposizione rimarrà aperta fino al 7 maggio 2024. Interris.it ha intervistato l’artista a pochi giorni dal vernissage.

L’intervista a Maupal

Habemus Papam a Venezia. Quali emozioni?

“Sono molto emozionato. Ma soprattutto mi sento estremamente onorato del fatto che il Comune di Venezia, insieme alla Società Fondaco Italia, abbia scelto me per accogliere Papa Francesco a Venezia, domenica 28 aprile. Una visita storica di un Pontefice che ama l’arte”.

Quante opere esporrai?

“Venticinque. Sono tutte le opere che ho dedicato in questi 10 anni a Papa Francesco, più alcune inedite. Una delle quali dedicata alla vista del Papa a Venezia. Le 25 opere sono suddivise in tre sezioni: 15 opere in sequenza temporale, esposte in un unico pannello per dare l’idea di un murales; 7 opere che hanno accompagnato il percorso di preparazione della scorsa Pasqua, concesse dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale del Vaticano; e 3 opere esposte nell’abside: ‘Papale Papale’ del 2019, ‘P-Ace’ del 2023 e quella dedicata al Papa a Venezia”.

Questo 2024 rappresenta per te un anno importante…

“Sì. Sono 10 anni dalla mia prima opera, il Papa Superman, che feci nel gennaio 2014 e che rese famosa la mia arte nel mondo”.

Due opere di Maupal. A sinistra: “Super Pope” e a destra “Street Pope”. Foto: Maupal.net

Qual è, tra le tue opere dedicate al Pontefice, quella che preferisci?  

“La mia preferita è quella dove il Papa sale sulla scala e fa il gioco del tris con il simbolo della pace mentre una Guardia Svizzera gli fa da palo. L’ho realizzata nel 2016 dopo che era stata ufficializzata l’invasione da parte della Russia della Crimea e tutto il mondo parlava di guerra, tranne Papa Francesco che si ‘ostinava’ a professare la pace. Per tale motivo, nel mio disegno, l’ho fatto diventare uno street artist che di notte sale su una scala traballante e messa al contrario – per testimoniare la difficoltà che c’è nel raggiungere la pace – e mentre gioca a tris, vince col simbolo della pace. Indicando all’umanità qual è la via vincente. Però, siccome è proibitivo essere pacifisti in un mondo pieno di guerre, ho disegnato la Guardia Svizzera che controlla e fa da palo”.

Altre due opere in mostra a Venezia. A sinistra: “Papale Papale” e a destra “Via della Pace”. Foto: Maupal.net

E’ un messaggio ancora attuale?

“Assolutamente sì. Credo anzi che oggi, dopo l’invasione dell’Ucraina e la guerra in Medio Oriente, sia più attuale di allora. Le opere spesso restano attuali anche anni dopo e in contesti diversi. L’arte è così: supera le barriere dello spazio e del tempo”.

Cosa ti aspetti dalla visita del Papa a Venezia?

“Mi aspetto dal Papa un messaggio che implori la pace in questo mondo che ormai sta diventando davvero pericoloso. E anche un pensiero rivolto al problema ambientale, considerando che siamo a Venezia, gioiello dell’umanità ma che potrebbe essere tra i primi a pagare le conseguenze dei cambiamenti climatici”.