Produzione olio d’oliva – 25%, ministro: “Ripresa economica va sostenuta”

La produzione di olio d'oliva in Tunisia, nella stagione 2022-2023, è diminuita del 25% rispetto alla stagione precedente, con un volume di 180.000 tonnellate

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La produzione di olio d’oliva in Tunisia, nella stagione 2022-2023, è diminuita del 25% rispetto alla stagione precedente, con un volume di 180.000 tonnellate. Lo ha reso l’Ufficio nazionale dell’olio d’oliva tunisino, in una relazione sullo stato di avanzamento della stagione di raccolta e lavorazione delle olive.

L’Ufficio ha spiegato che la produzione di olive durante questa stagione è inferiore del 15% rispetto alla produzione nazionale media registrata nell’ultimo decennio (211.000 tonnellate).

Ministro Esteri Tunisia: “Va sostenuta la ripresa economica”

“L’unica politica intelligente oggi per tutti i partner della Tunisia è sostenerla nella sua ripresa economica rispettando la volontà del suo popolo, perché una Tunisia stabile e prospera è nell’interesse di tutti i partner del nostro Paese”. E’ quanto afferma il ministro tunisino degli Esteri, Nabil Ammar, in un’intervista a Leaders Magazine, in uscita ad aprile. Riferendosi ai rapporti con l’Unione europea, che definisce un “importante partner strategico”, Ammar dichiara: “Stiamo solo cercando di approfondire questo partenariato e questo dialogo. È una scelta voluta da entrambe le parti e supportata da molte considerazioni storiche, economiche e di altro tipo”.

“Ho sempre detto ai miei interlocutori che è necessario capire cosa sta succedendo in Tunisia. Ed è così che possiamo portare la nostra relazione a un livello superiore e più integrato, a vantaggio di entrambe le parti. Devono comprendere la situazione in modo globale e non sequenziale. Abbiamo obiettivi comuni. Nessuna delle due parti può dire all’altra cosa fare”.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, che “costituiscono un partner molto importante”, il ministro tunisino ha detto di “stare facendo di tutto per sviluppare ulteriormente le nostre relazioni nel rispetto reciproco e sistematico. Poiché gli americani rispettano i loro simboli, le loro istituzioni e gli altri, noi facciamo lo stesso e ci aspettiamo lo stesso rispetto da loro. Si tratta di rispettare la volontà popolare chiaramente espressa dai tunisini. Collaboriamo, scambiamo e cerchiamo di trovare interessi comuni con tutti i nostri partner. Ma, per avere senso, questo dialogo deve essere equilibrato, tra pari. Ci deve essere il rispetto di tutte le forme. È in gioco l’essenziale”, sostiene Nabil Ammar. “I tunisini devono esserne pienamente consapevoli. Tre leve sono indispensabili per uscire dalla situazione attuale: l’unità nazionale, la ripresa economica e le riforme. Anche il dialogo e la comunicazione sono necessari. Dobbiamo far sentire la nostra voce ovunque”.

Fonte: Ansa